20 Settembre 2023 - 09:40:06

di Tommaso Cotellessa

Il Coordinamento Universitario Link è intervenuto duramente sulla vicenda del servizio di residenzialità fornito oggi nella città dell’Aquila, giudicando decisamente esigui gli alloggi ei servizi ad oggi garantiti per questo anno.

Sono infatti 166 i posti letto a disposizione per le studentesse e gli studenti per l’anno accademico che è alle porte. Un numero che per Link non può essere visto come una buona notizia, né un vanto per una città che si dice “universitaria”.

100 di questi posti” spiegano gli studenti “sono situati in una zona scomoda per la vita universitaria, lontana dal centro storico e dai principali poli, con scarsa disponibilità di mezzi pubblici. La vita giovanile non può essere semplicemente legata allo studio diurno in cui ogni studente viene chiamato a rispondere nella sua quotidianità.

Gli altri 66 posti letto si trovano in centro centro, ma di questi 36 sono collocati all’interno del “pontificio istituto maestre pie filippini”, apparato cattolico ecclesiastico, legato allo stato pontificio dove l’accesso è aperto esclusivamente a studentesse.

I restati 30 posti sono appartenenti all’azienda “Camplus”, struttura privata che offre servizi a pagamento.

Tutto ciò per Link rappresenta solo una grande beffa per tutta la comunità studentesca, non è infatti stato garantito lo stesso numero di posti letto garantito negli anni scorsi con i 300 posti della Campomizzi, e in tutto ciò vengono giudicate improprie dagli studenti di Link le caratteristiche degli alloggi individuati per quest’anno. Per questo motivo Link organizza un’assemblea aperta a tutte le studentesse e gli studenti per discutere il tema del disagio della crisi abitativa e del diritto allo studio. L’appuntamento è fissato per mercoledì 27 Settembre in Aula 2C alle 17 nell’Università degli studi dell’Aquila, Dipartimento di Scienze Umane.

In una nota i rappresentanti del collettivo universitario spiegano le loro motivazioni.

Non possiamo permettere che in uno stato laico e in una università laica 36 posti letto siano dentro ad una struttura cattolica, che ammette solo donne cisgender, che discrimina identità non binarie.” scrivono gli esponenti di Link.

Non possiamo permettere che l’incapacità del consiglio di amministrazione dell’Azienda per il diritto agli studi universitari, ADSU, e dei rappresentanti in seno che si autoproclamano come “la buona rappresentanza”, stringa patti con aziende private come Camplus , “marchio” con cui opera la fondazione Centro europeo università e ricerca (Ceur), vicina a Comunione e liberazione, altro apparato cattolico cristiano.

Non è possibile che le istituzioni vedano i privati come una soluzione al problema, il mercato “libero” ma privato non può essere elemento di controllo e riparatorio alle lacune istituzionali sul diritto agli studi e all’abitare.

Ma questa non è la padella che precede la brace, questa è già la brace: solo 166 posti, riservati esclusivamente a beneficiari di borsa di studio, troppo pochi in confronto ai più di 300 degli scorsi anni, che comunque non erano abbastanza per una città che voglia definirsi universitaria.

noi pensiamo che allə studentə spetti molto più di ciò, per garantire un diritto allo studio degno per tuttə.

organizzarsi, agitarsi, parlarne e mobilitarsi tra noi studentə rimane l’unica soluzione.