22 Novembre 2025 - 16:14:39

di Martina Colabianchi

«Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire. Bisogna fare accertamenti profondi, in questo momento è prematuro fare qualsiasi considerazione procedurale».

Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a Stresa, commentando la vicenda dei tre bambini della coppia anglo-australiano Nathan e Catherine che vive nel bosco a Palmoli, in Abruzzo, allontanati giovedì scorso dal Tribunale dei minori di L’Aquila e trasferiti in una casa protetta a Vasto.

Secondo quanto trapelato, lo stesso guardasigilli e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni starebbero valutando di inviare ispettori del ministero della Giustizia affinché valutino il caso.

«Siamo bombardati da decenni da profeti che dicono che bisogna smetterla con consumismo, con la tecnologia, e bisogna tornare allo stato di natura. Qualcuno probabilmente lo fa e bisogna vedere se questo comprometta l’educazione dei bambini. Penso che i genitori siano i primi e essere consapevoli dei loro doveri», ha aggiunto Nordio.

Ad oggi, i bambini sono separati dalla mamma perché dormono in una stanza solo per loro e, secondo quando riferito dal legale Giovanni Angelucci che assiste la famiglia, sarebbero scossi ma con animo positivo perché «i genitori li hanno sempre messi al corrente di tutto». L’avvocato ha annunciato il ricorso sottolineando che i tre bambini sono in regola con le vaccinazioni obbligatorie (manca solo il richiamo non essendo iscritti a scuola) e che il problema della scolarizzazione è superato dal riconoscimento dell’istruzione parentale. Inoltre, il legale dichiara superato il problema dell’abitazione, esibendo un certificato di idoneità statica che ne attesta la sicurezza e annunciando un progetto per la realizzazione di un bagno esterno con fitodepurazione, lamentando infine che il Tribunale non abbia mai disposto gli accertamenti tecnici precedentemente richiesti.

Che la complessa vicenda abruzzese rischi di diventare un altro motivo di scontro tra politica e magistratura è subito dimostrato dal botta e risposta tra l’Anm e Matteo Salvini, leader nazionale della Lega, molto duro sulla vicenda nelle ultime ore e che ha annunciato la sua presenza in Abruzzo per la prossima settimana.

«Un sequestro di tre bambini portati via da una mamma e da un papà in maniera indegna, preoccupante, pericolosa e vergognosa. Sono impegnato ad andare fino in fondo e se serve anche a parlare con il giudice del tribunale dei minori – ha detto Salvini durante un evento a Milano -. Andrò in Abruzzo la settimana prossima. Giudice e assistenti sociali d’Abruzzo non rompano le scatole – ha aggiunto –. Anche questa storia dimostra che una profonda, sana e giusta riforma della giustizia che non funziona sarà fondamentale».

Dall’altra parte, l’Associazione Nazionale Magistrati invita a «rispettare il ruolo della giurisdizione in una vicenda che coinvolge valori tra i più delicati: il diritto della famiglia a determinare le proprie scelte di vita e, al tempo stesso, il dovere di tutela dei minori previsto dalla nostra Costituzione», sottolineando che l’atto del tribunale si fonda su «valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto nel rispetto delle norme vigenti e con finalità esclusivamente protettive. Le strumentalizzazioni di certa politica appaiono a nostro avviso in netto contrasto col rispetto dei diritti dei minori, dei più deboli, e della dignità di tutte le persone coinvolte».

La decisione del Tribunale dell’Aquila ha scosso profondamente l’opinione pubblica nazionale e il mondo della politica. Nuove petizioni online sono state lanciate nelle ultime ore a sostegno della famiglia: il primo appello, ‘Salviamo la famiglia nel bosco’, ha superato le 78 mila firme dopo essere stato avviato l’11 novembre, con un’impennata di circa 23 mila adesioni nelle ultime 12 ore.

Almeno altre sette petizioni sono state avviate dopo il provvedimento giudiziario: tra queste, ‘Liberate i bambini della famiglia nel bosco’, ‘Per i bambini del bosco appello al tribunale dell’Aquila per riunire la famiglia’ e ‘Vicini a Nathan e Catherine, la famiglia che vive nel bosco’.

Altri appelli raccolgono centinaia di firme per richiedere il ricongiungimento o per denunciare l’allontanamento come ingiusto: ‘Proteggiamo una famiglia felice’ ha ottenuto 5.055 firme dallo scorso 2 novembre.

A questi appelli si aggiunge quello della Lega Abruzzo, che ha scelto di mobilitarsi a sostegno della famiglia lanciando una raccolta firme affinchè i tre bambini possano tornare a vivere con i propri genitori.

«Nei prossimi giorni – spiega Vincenzo D’Incecco, coordinatore regionale della Lega – saremo nelle principali piazze abruzzesi con i gazebo perchè il provvedimento del Tribunale dei Minorenni va rivisto. Quella famiglia non va smembrata, ma tutelata. I bambini hanno il diritto di stare con la mamma e il papà, che hanno sempre garantito loro amore, cura e anche istruzione. Vogliamo che torni a prevalere il buon senso. Siamo al fianco dei genitori di Palmoli e dei loro figli – conclude – per difendere un principio fondamentale: la libertà di ogni genitore di educare i propri bambini con amore e responsabilità».