16 Dicembre 2025 - 10:59:53

di Vanni Biordi

A due anni dal taglio del 98% della Riserva naturale del Borsacchio, ridotta dagli originari 1.140 ettari a poco più di 24, la vicenda torna oggi all’Aquila, davanti a Palazzo dell’Emiciclo, dove WWF Abruzzo e Guide del Borsacchio hanno convocato un sit‑in.

Il Consiglio regionale è infatti chiamato a discutere l’ennesima modifica normativa alla legge del 2005 che istituì l’area protetta, una riserva che da vent’anni attende una gestione stabile e un perimetro definitivo.

La proposta arriva dalla Commissione “Territorio, Ambiente e Infrastrutture”, presieduta dal consigliere Emiliano Di Matteo, tra i firmatari dell’emendamento che nella notte tra il 28 e il 29 dicembre 2023 ridusse drasticamente la riserva durante la discussione sulla legge di bilancio.

Il nuovo testo prevede l’approvazione di un perimetro provvisorio, ancora limitato ai 24 ettari già contestati, e l’introduzione di una forma di tutela paesaggistica per il resto dell’area, una protezione che secondo le associazioni non garantirebbe la piena salvaguardia da possibili pressioni edificatorie. Nel frattempo, una nuova Commissione ad hoc dovrebbe essere istituita per definire il perimetro definitivo.

«Ormai si sfiora il ridicolo – afferma Filomena Ricci, delegata regionale del WWF Abruzzo – Sarebbe la quinta volta che il Consiglio regionale interviene su questa riserva. Dopo un taglio che ha sollevato rilievi di incostituzionalità e la reazione di migliaia di cittadini, oltre che dei Ministeri della Cultura e dell’Ambiente, la Regione continua a produrre carte invece di ripristinare il perimetro originario e approvare il Piano di Assetto Naturalistico, già definito insieme al Comune di Roseto».

Ricci ricorda anche i costi sostenuti per la redazione del PAN, che dovrebbe essere riscritto qualora la riserva venisse nuovamente modificata. La Riserva del Borsacchio, priva di un ente gestore da vent’anni, è stata finora tutelata soprattutto grazie al lavoro dei volontari dell’Associazione Guide del Borsacchio.

«Con le dimensioni a cui verrebbe ridotta non è più una riserva naturale ma diventa al massimo un parco, una pineta – spiega il presidente delle Guide Marco Borgatti -. Non c’è più nessuna possibilità di biodiversità e rete naturale. A più di un anno da quando il Ministero è intervenuto pesantemente dicendo alla Regione che aveva violato le norme nazionali e deve tornare sui suoi passi, la Regione ha chiesto letteralmente scusa con una lettera impegnandosi solennemente a tornare sul tema per sistemare. A quasi due anni, quel che hanno fatto è inserire un termine provvisorio, ma di fatto la riserva è 25 ettari. Per fare un taglio, per aggiungere un pezzo o per cancellare una riserva servono due cose: una relazione scientifica che dica che non ci sono più le 12 Reti Natura 2000, 600 specie di fauna, e un tavolo di concertazione con l’ente locale, cioè il Comune. Ovviamente, scrivere “provvisorio” non sana queste due cose. Per cercare di barcamenarsi e risolvere questa situazione, hanno istituito una commissione paesaggistica, cioè un’altra legge e un altro Ministero (Ministero della Cultura), e hanno ottenuto un’area vincolata paesaggisticamente non più di 1100, ma di 1800 ettari. Quindi, per risolvere un problema tecnico, ne hanno creato un altro. Oggi noi chiediamo semplicemente di ripristinare i confini e attivare il Pan che mancava da vent’anni».

Il sit‑in di oggi vuole riportare l’attenzione su una vicenda che, tra ricorsi, modifiche legislative e ripensamenti, continua a dividere istituzioni e associazioni.

Per WWF e Guide, la soluzione resta una sola: ripristinare il perimetro originario e avviare finalmente la gestione della riserva.