29 Dicembre 2025 - 18:58:19

di Vanni Biordi

La ricostruzione dell’Abruzzo, colpito anche dal sisma del 2016, riceve una nuova spinta propulsiva grazie al via libera della Cabina di coordinamento, che ha sancito l’intesa su una serie di variazioni sostanziali alle Ordinanze speciali. L’obiettivo dichiarato è blindare la realizzazione di opere pubbliche considerate vitali per il tessuto sociale e urbanistico dei territori colpiti.

Il Commissario Straordinario Guido Castelli ha firmato il potenziamento dei flussi finanziari per quattro pilastri della rigenerazione locale. Tra questi, spicca il destino di Villa Gesso, nel teramano con l’intervento di edilizia residenziale pubblica targato Ater che vede le proprie risorse salire oltre la soglia di 1,5 milioni di euro. Un adeguamento necessario, emerso dopo le analisi tecniche dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, per garantire che l’abitare torni a essere un diritto sicuro e moderno.

C’è poi la ferita dell’anima, quella legata ai luoghi di culto. A Campotosto, simbolo della resilienza montana, la Chiesa di Santa Maria Assunta beneficerà di un investimento aggiornato a 6,4 milioni di euro. Un cantiere complesso, dove la tutela del valore storico deve convivere con le più avanzate tecnologie antisismiche. Simile il percorso per la chiesa di San Biagio a Montorio al Vomano, che vede i fondi salire a 210 mila euro. Infine, la Picciano che attende, per il monumentale Palazzo “Ex De Luca” arrivano oltre 1,5 milioni aggiuntivi, portando il valore complessivo del progetto a superare i 5,2 milioni di euro.

«Ogni variazione è frutto di un monitoraggio rigoroso», ha sottolineato Castelli, rimarcando come la trasparenza sia il binario su cui corre l’efficienza dei cantieri. Un coro a cui si uniscono il governatore Marco Marsilio e l’assessore Umberto D’Annuntiis, che leggono in queste decisioni la conferma di una sinergia istituzionale che funziona. E questa è la sfida del “buon costruire” oltre l’emergenza che ci piace per il semplice fatto che esiste un momento, nella lunga parabola post-sismica, in cui il calcolo dei danni deve cedere il passo alla visione del domani. L’aggiornamento delle risorse per i cantieri abruzzesi non è un mero atto burocratico di riallineamento contabile, ma un esercizio di realismo necessario. In un mercato edilizio profondamente cambiato, per non scrivere stravolto, rivedere al rialzo i budget per palazzi storici e chiese non significa spendere di più, ma garantire l’opera.

La ricostruzione pubblica dell’Appennino centrale è entrata in una fase di maturità dove la qualità del progetto prevale sulla fretta dell’annuncio. Come sottolineato dai vertici dell’Ater e della Regione, l’adeguamento dei finanziamenti per Villa Gesso o per il Palazzo De Luca di Picciano risponde a una logica di sostenibilità e durata. Non basta restituire un tetto: occorre restituire un’identità che resista al tempo e alle nuove sfide ambientali.

La “filiera” tra Roma e i territori sembra aver trovato un equilibrio virtuoso. La collaborazione tra il Commissario Castelli e la giunta Marsilio dimostra che la ricostruzione può diventare un laboratorio di buona amministrazione, dove la verifica di congruità tecnico-economica non è un ostacolo, ma una garanzia per il cittadino. In gioco non c’è solo il cemento, ma la credibilità di uno Stato che ha promesso di non lasciare indietro nessuno, nemmeno nei borghi più silenziosi dell’aquilano o del teramano. Ora, la palla passa alla velocità dei cantieri: la certezza dei fondi è il primo mattone, ma sarà l’apertura dei portoni a sancire la vera fine dell’emergenza.