09 Giugno 2023 - 09:42:28

di Marco Giancarli

Il CRESA, Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso, ha studiato i divari territoriali intercorrenti tra l’Abruzzo, il Centro-Nord e il Mezzogiorno seguendo due direttrici sulle quali opera il PNRR: la coesione socio-economica e l’accesso ai diritti di cittadinanza.

Le analisi puntuali sono contenute nei Temi e problemi 1/2023 e 2/2023 pubblicati sul sito dell’Agenzia per lo Sviluppo. Il primo riguarda aspetti della coesione socio-economica: ricchezza (Pil pro capite), livelli di istruzione della popolazione e di competenza degli studenti, condizione giovanile (occupazione e i flussi demografici). Il secondo tratta i diritti di cittadinanza: reti digitali, idriche e ferroviarie, servizi per l’infanzia e emigrazione ospedaliera.

Nel prospetto che segue l’utilizzo dei colori rende possibile una lettura a colpo d’occhio della situazione abruzzese (dati relativi all’ultimo anno disponibile e andamento di lungo periodo) rispetto al Centro-Nord e al Mezzogiorno: il rosso indica valori e trend regionali peggiori di entrambe, il giallo intermedi tra i due e verde migliori di ambedue.

La situazione regionale è buona per quanto riguarda il livello di istruzione e l’andamento ventennale del tasso di occupazione giovanile e della diffusione dei servizi per l’infanzia. Tuttavia, questi due ultimi indicatori, nonostante la maggior crescita su base pluriennale, confermano nell’ultimo anno osservato valori intermedi tra quelli centro-settentrionali e quelli meridionali.

Nel confronto con il Mezzogiorno, l’Abruzzo mostra posizioni migliori relativamente al Pil e ai livelli di competenza degli studenti e peggiori riguardo il tasso di emigrazione ospedaliera, l’efficienza della rete idrica e la penetrazione della banda ultra-larga.

Per quanto riguarda il tasso migratorio giovanile, l’elettrificazione della rete ferroviaria e la diffusione di internet, la regione presenta valori relativi all’ultimo anno disponibile superiori al solo Meridione ma trend peggiori rispetto ad esso ed al Centro-Nord.

A preoccupare, oltre alla situazione regionale più svantaggiata rispetto alla parte sviluppata del Paese (7 caselle su 11 della colonna “ultimo anno disponibile”) e anche al Mezzogiorno (3 caselle), è soprattutto la minore velocità che connota l’andamento degli indicatori abruzzesi rispetto ad entrambe le ripartizioni (6 caselle della colonna “andamento”) e rispetto al solo Sud e Isole (2).

Tale lentezza comporta inevitabilmente un allontanamento dalle posizioni più “forti” e un avvicinamento a quelle più “deboli” con il pericolo che il perdurare di questa tendenza faccia perdere alla regione anche la sua caratteristica di area “a cavallo” tra Centro-Nord e Meridione.

In questo quadro di scarsa “vivibilità” elevato è in tutto il Mezzogiorno il rischio di un veloce decremento demografico, (l’Abruzzo presenta flessioni inferiori a quelli del Meridione), di crescita dell’incidenza della popolazione anziana (allungamento della vita con aumento della domanda di servizi sanitari e socio-assistenziali la cui offerta è già insufficiente e inadeguata ed è destinata a peggiorare al diminuire del gettito fiscale che la finanzia) e di riduzione del peso dei giovani per migrazioni e bassi tassi di natalità (diminuzione della platea di popolazione in età attiva e, quindi, anche della forza lavoro necessaria per sostenere la crescita).

Per evitare l’avvio di un processo di decadimento irreversibile che la SVIMEZ ha definito “tsunami demografico” con il tracollo nel Mezzogiorno del capitale umano che da sempre è la sua principale ricchezza, è necessario adottare tempestivamente misure efficaci che consentano la razionale, efficace ed efficiente allocazione delle risorse che, in questo momento, grazie al PNRR il Paese ha a disposizione.Le difficoltà emerse nell’organizzazione della macchina amministrativa, nella gestione dei fondi e nell’individuazione degli interventi potrebbero influire sul rispetto dei tempi stabiliti.