03 Luglio 2023 - 18:49:46
di Martina Colabianchi
Sono stati presentati questa mattina, a palazzo Fibbioni, i primi risultati del progetto MED-QUAD (MEDiterranean QUadruple helix Approach to Digitalisation), un progetto di cooperazione internazionale portato avanti da un partenariato di cui fanno parte l’Università dell’Aquila e atenei di altri 5 Paesi dell’area mediterranea (Grecia, Palestina, Tunisia, Egitto e Giordania) e che vede coinvolti anche, come partner locali, il Comune dell’Aquila e la Gran Sasso Acqua.
Alla conferenza stampa hanno partecipato l’assessora alle Politiche comunitarie del Comune dell’Aquila Paola Giuliani, il rettore UnivAQ Edoardo Alesse, il presidente della Gran Sasso Acqua Alessandro Piccinini, i professori UnivAQ Anna Tozzi (consigliera del Rettore per le politiche di internazionalizzazione e project manager per l’Italia di MED-QUAD), Fabio Graziosi (responsabile scientifico di MED-QUAD) e Francesco Tarquini e il consigliere comunale delegato all’Unione europea Leonardo Scimia.
Il progetto MED-QUAD è stato finanziato dal programma ENI CBC Med European Neighborhood Instrument Cross-Border Cooperation “Mediterranean Sea Basin Programme che ha, come scopo, l’armonizzazione del territorio delle due sponde del Mediterraneo su quattro aree tematiche: sviluppo industriale, trasferimento tecnologico, inclusione sociale e lotta alla povertà, cambiamenti climatici e ambiente;
Dei 24 progetti finanziati, MED-QUAD è uno dei 6 progetti approvati (unico in Abruzzo) nell’area tematica A.2 – “Support to education, research, technological development and innovation”, Priority A.2.1 – “Support technological Transfer and commercialization of research” nelle regioni target del Programma ENI MED cbc, cioè regioni del Sud Europa, Africa del nord e Medio Oriente che si affacciano sul Mediterraneo.
Lo scopo generale del progetto è la creazione di competenze specifiche dei quattro attori fondamentali per lo sviluppo sostenibile: l’università, le imprese, i governi locali, la società civile, per la realizzazione di un ecosistema per l’innovazione secondo il modello definito a “quadrupla elica” con cui si intende migliorare la capacità di innovazione della regione e sviluppare uno spazio comune di conoscenza.
Il concetto è bene spiegato da Anna Tozzi, coordinatrice progetto MED-QUAD, ai microfoni de LaQtv:
“Ora alla tripla elica, composta da Governo, Impresa e Università, si aggiungono i cittadini. Quindi, non si tratta più soltanto di ricerca per sé e per l’innovazione, ma ricerca “responsabile”, cioè ricerca di soluzioni ai problemi del territorio“.
In ogni nazione il progetto vede le università partecipanti e le relative amministrazioni comunali realizzare due “living lab” transazionali in cui sperimentare azioni innovative in cooperazione con le realtà del territorio e i cittadini.
I due living lab transazionali sono lo “Swuap” (Smart water use applications), ossia lo sviluppo di nuovi strumenti per il controllo della qualità dell’acqua e del suo uso da parte di cittadini e fornitori, e l’ “Archeo” (Applied reseach for cultural heritage exploitation), ovvero un uso delle tecnologie innovative appropriato alle caratteristiche dei territori coinvolti.
Per quanto riguarda L’Aquila “noi abbiamo presentato due esempi, – spiega sempre Anna Tozzi – uno sull’acqua e uno sulla valorizzazione dei siti archeologici utilizzando le tecnologie. In questo caso specifico, abbiamo fornito alla Gran Sasso Acqua strumentazioni elettroniche per monitorare l’acqua del chiarino, cosa che non c’era. La sorgente si trova, infatti, in luoghi non facilmente raggiungibili in gran parte dell’anno. Dall’altra parte, stiamo ricostruendo virtualmente la città di Amiternum. Tra un po’ ci sarà, quindi, possibilità per i turisti di vedere come era. Questo in collegamento con gli altri Paesi con cui stiamo lavorando, perché anche questi hanno un progetto per l’acqua e uno per l’archeologia“.
Presso la sorgente del Chiarino è stata installata una stazione di monitoraggio della qualità dell’acqua potabile che effettua misure automatiche quattro volte ogni ora e che, qualora ci fosse qualche parametro fuori soglia, è in grado di prelevare dei campioni d’acqua e di avvisare tempestivamente il gestore idrico. È in fase di sviluppo, nell’ambito di due lavori di tesi, un’applicazione mobile che consenta la facile lettura dei dati provenienti dalla stazione di monitoraggio e la ricezione degli allarmi. Sono stati acquistati e sono in fase di installazione oltre 30 mila “contatori domestici smart” che monitorano i consumi una volta ogni ora che possono fornire dati dettagliati sull’uso dell’acqua potabile oltre ad inviare eventuali allarmi quali ad esempio consumo continuo o anomalo. È stata sviluppata, poi, un’applicazione per Android che sarà fornita gratuitamente agli utenti per poter controllare i propri consumi di acqua potabile e che riceverà le notifiche sia inviate dal contatore stesso (es. allarmi per consumi anomali) sia da GSA S.p.a. (es. eventuali interruzioni di servizio).
Dopo attenta analisi delle caratteristiche di progetto con l’università, stante le attività degli infopoint dislocati sul territorio comunale, si è convenuto di poter inserire le attività di progetto, tra l’altro inerenti alla promozione turistica, all’interno dei punti informazione gestiti dal CTGS per la creazione del laboratorio urbano, ritenendo che tale scelta, rappresenta da un lato una vetrina di alta esposizione, in virtù della centralità rispetto ai punti di interesse turistici della città e dell’alto flusso di pubblico che ivi si riscontra, e al contempo garantisce le ovvie necessità di custodia e salvaguardia delle attrezzature che sono ivi installate. Il presidio del living lab sarà pertanto garantito dal personale del CTGS operante all’interno degli infopoint e dai volontari del servizio civile che operano all’interno dell’ente nell’ambito del progetto “a passo lento” che vede tra le mansioni da svolgere previste, anche una parte dedicata alla funzione turistica.
Per quanto concerne, invece, il sito archeologico di Amiternum e non solo, sono state sviluppate applicazioni in realtà virtuale ed aumentata, sempre grazie a lavori di tesi, sia per smartphone che per appositi visori che permettono agli utenti di visitare virtualmente alcuni luoghi d’interesse come Amiternum, ma anche la chiesa di Santa Maria ad Cryptas.
I due Living Lab (ARCHEO e SWUAP) ed in modo particolare la loro collocazione presso gli Info point, saranno fondamentali per il coinvolgimento dei cittadini, che adotteranno concretamente le tecnologie digitali, caratteristica essenziale del “modello di cooperazione a Quadrupla Elica” proposto e sostenuto dal progetto MED-QUAD.