28 Settembre 2023 - 12:00:22

di Martina Colabianchi

Tende e valigie sono comparse, questa mattina, davanti all’ex caserma Campomizzi per il sit-in organizzato dall’UDU L’Aquila che partecipa, così, alla campagna nazionale dell’UDU intitolata “Io voglio un futuro qui!“.

Torna così, dopo l’esordio della scorsa primavera, la “protesta delle tende” con cui gli studenti avevano voluto accendere una luce sulla pesante problematica del caro affitti per gli universitari fuori sede, problematica che, secondo i rappresentanti dell’UDU, nei casi più gravi arriva a ledere lo stesso diritto allo studio.

Abbiamo montato una tenda che indica l’accamparsi perché non ci sono spazi, e la valigia indica il fatto che dobbiamo fuggire via per trovarne di nuovi – spiega Giacomo Piccolo, coordinatore UDU L’Aquila. Chiediamo certezze, alloggi, chiediamo veramente un diritto allo studio, chiediamo che tutte quelle politiche, tutte le nostre rivendicazioni che portiamo sempre in piazza vengano finalmente ascoltate“.

Durante la manifestazione si è sottolineato come la gestione dei fondi PNRR non abbia sortito nessun miglioramento per le studentesse e gli studenti che vogliono usufruire del diritto allo studio, in quanto questi sarebbero stati usati da enti privati per creare posti letto messi poi sul mercato a prezzi molto più alti e rendendoli poco accessibili.

Alle criticità nazionali si aggiungono, ovviamente, quelle locali della città dell’Aquila, e da qui la scelta della caserma Campomizzi: un luogo che ha supplito, per tanti anni, ad una vera casa dello studente di cui la città è ancora priva e che, proprio questo mese, è stata sottratta agli studenti per essere riconsegnata all’Agenzia del Demanio per il Ministero della Difesa. La soluzione prevista per gli studenti sarebbe una palazzina Ater in Via Antica Arischia, tra Pettino e Cansatessa, soluzione che non sembra soddisfare gli studenti.

Ci sono problematiche per l’erogazione di servizi essenziali, – spiega in merito Piccolo – ad esempio quello dei trasporti. C’è necessità di collegare una zona piuttosto periferica della città con le zone più centrali e, comunque, di garantire la possibilità agli studenti di poter raggiungere i poli disseminati in tutta la città, ad esempio a Roio o anche in centro“.

La protesta serve anche, all’UDU, per ribadire altre criticità che investono il sistema universitario del capoluogo, come i ritardi nella liquidazione delle borse di studio che, denunciano gli studenti, verrebbero erogate sempre a fine anno accademico.

A sostenere gli studenti nelle loro rivendicazioni, il consigliere comunale Pd Pierpaolo Pietrucci:

“La mia è una presenza doverosa, mi sarei aspettato qui tante persone, tanta presenza delle istituzioni perché questi ragazzi sono un patrimonio della città, se non si capisce questo davvero non si ha in mente quale dovrebbe essere la prospettiva qualitativa del futuro della città. È sotto agli occhi di tutti, anche se ci continuiamo a riempire la bocca sul fatto che questa sia una città universitaria: non lo è più, perché una città universitaria è una città che offre servizi adeguati alle esigenze dei ragazzi che devono scegliere la città dell’Aquila per fare il loro corso di studi”.

La mia presenza è una vicinanza, continuerò a fare battaglie in Regione e come consigliere comunale al Comune dell’Aquila perché in questi anni il centro storico è diventato un “non luogo”. Se non si riportano gli studenti nel centro storico dell’Aquila, che erano il motore di vivacità della nostra città, la città non ritornerà mai a vivere come era una volta. Esprimo fortemente il dissenso di quelli che sono stati questi sei anni di amministrazione comunale, perché non hanno pensato a come costruire una città a dimensione dei ragazzi, degli adolescenti, degli universitari“, ha concluso Pietrucci.