14 Febbraio 2024 - 11:41:33

di Martina Colabianchi

Finalmente, dopo giorni di imbarazzante silenzio, Biondi si è ricordato di essere il sindaco dell’Aquila e ha preso posizione contro il tentativo di spostare la sede legale di Confindustria Abruzzo da L’Aquila a Pescara. Bentornato tra noi, verrebbe da dire“.

Così il Partito Democratico aquilano che, in una dura nota, interviene nuovamente sul caso del cambio di sede di Confindustria Abruzzo dal capoluogo a Pescara, posto all’ordine del giorno di una riunione prevista il prossimo 16 febbraio e che ha scatenato molteplici reazioni politiche da tutti gli schieramenti. Ieri anche il primo cittadino, Pierluigi Biondi, si era espresso contro la decisione dello spostamento della sede legale e centrale dell’associazione attaccando però, nella stessa nota, i democratici aquilani parlando di “interventi sguaiati“.

Il Partito definisce “grottesco” l’attacco, ricordando “al sindaco distratto che persino esponenti apicali del suo partito, attivi in Marsica, hanno assunto posizioni critiche rispetto al tentativo di scippo che si sta paventando, così come alcuni candidati consiglieri nelle liste di destra“.

Il punto è che, evidentemente, – proseguono i dem – la denuncia del Pd ha rotto il silenzio che Biondi voleva mantenere sulla vicenda, per non disturbare il manovratore Marsilio che, impegnato nella campagna elettorale, continua ad utilizzare il ruolo di Presidente della Regione per influenzare politicamente ogni scelta ponendo L’Aquila e le aree interne come merce di scambio per interessi partitici, favorendo e avallando in ogni ambito il potenziamento progressivo dell’area pescarese a discapito della provincia dell’Aquila. E Biondi, alla disperata ricerca di un posto al sole – che sia una candidatura alle Europee, un ruolo da sottosegretario a Roma o, almeno, la poltrona di presidente dell’Anci – è complice di questo disegno politico: d’altra parte, ha rinunciato completamente al suo ruolo di Sindaco, quasi sempre assente alle riunioni della Giunta comunale, terrorizzato all’idea che, passato il vento favorevole al suo partito, possa ritrovarsi all’improvviso privo di prospettive politiche future“.

“Per questo, sta zitto sul tentativo di spostare la sede legale di Confindustria a Pescara così come è stato zitto sulle determinazioni di diretta responsabilità della Regione, arrivando persino a difendere la scelta di Marsilio e Sospiri di dirottare 13 milioni di euro per la costruzione di un inutile covid hospital a Pescara che, in realtà, nascondeva la volontà di potenziare l’Ospedale Santo Spirito per renderlo il vero hub di secondo livello in Regione. Intanto, l’ospedale San Salvatore è a pezzi e Biondi tace sullo stato disastroso della sanità in provincia dell’Aquila. È rimasto in silenzio, il Sindaco della città, e con lui il presidente regionale Marsilio, rispetto al taglio del 44% delle risorse del Pnrr inizialmente destinate all’Abruzzo: parliamo di 511 milioni, di cui 119 destinati alla provincia dell’Aquila. È rimasto in silenzio, Biondi, dinanzi all’annuncio che i fondi scippati alla ferrovia Roma-Pescara verranno ripristinati attingendo al fondo di Sviluppo e coesione, senza che sia prevista alcuna soluzione per il collegamento su ferro della città dell’Aquila”.

Zitto e buono, – prosegue il Pd – mai una parola contro il governo regionale e, figuriamoci, contro il governo nazionale, che sta tentando di spaccare in due l’Italia con lo sciagurato progetto di autonomia differenziata che significherebbe meno sanità pubblica, meno istruzione pubblica, meno mobilità pubblica – dunque, meno diritti – per i cittadini abruzzesi e, in particolare, per le nostre aree interne“.

“La verità è che Biondi si è scagliato contro il Pd perché il nostro partito, negli anni, ha messo gli interessi dell’Aquila e del suo territorio sempre al primo posto, contestando con forza anche governi amici pur di assicurare alle cittadine e ai cittadini ciò che gli era dovuto; oggi il Sindaco annuncia o inaugura opere rese possibili da quelle battaglie, che hanno assicurato alla città risorse certe e procedure chiare per la ricostruzione materiale e immateriale. Peccato che sia incapace di cogliere le tante occasioni che pure avrebbe per dare un senso al suo mandato di sindaco, dai fondi del Pnrr – contro cui il suo partito si era battuto – a quelli del fondo complementare per i crateri 2009 e 2016 ottenuto dal centrosinistra, passando per il 4% delle risorse per la ricostruzione destinate allo sviluppo economico che restano chiuse in un cassetto, in assenza di una programmazione”.

Nella foga scomposta del suo attacco, Biondi arriva persino ad imputare al centrosinistra la fusione dei consorzi di sviluppo industriale con la nascita dell’Arap e l’individuazione della sede a Cepagatti che, in realtà, fu opera del governo regionale guidato da Gianni Chiodi. Se il sindaco avesse messo la stessa tigna in difesa della città e del territorio, oggi la situazione sarebbe assai diversa. Per fortuna, anche il suo tempo – oltre che quello di Marsilio – sta per scadere“, concludono i democratici.