18 Aprile 2024 - 11:59:57
di Redazione
Sindacati e associazioni hanno consegnato questa mattina all’ufficio protocollo della sede amministrativa della Asl aquilana la diffida per il ripristino, entro 90 giorni, degli standard qualitativi e quantitativi dei nuclei di cure primarie.
Una class action amministrativa che ha come obiettivo, ormai da due anni, la sopravvivenza dei nuclei, gli studi associati di medici di medicina generale, aperti h12 con personale medico, infermieristico e amministrativo, a rischio a causa del mancato reintegro dei medici andati in pensione.
Più volte, negli ultimi mesi, la direzione della Asl ha ribadito che non ci sono margini per poter provvedere ai reintegri dei medici di medicina generale a causa del ‘diktat’ imposto da Regione e Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac).
Firmatari della diffida la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), il Sindacato medici italiani (Smi), la Cgil della provincia dell’Aquila, Federconsumatori Abruzzo e l’Associazione nazionale lotta alle discriminazioni (Anlod).
Qualora non dovessero esserci risposte e azioni dalla Asl entro i 90 giorni stabiliti, spiega Francesco Marrelli della Cgil, “Ci sarà un ricorso presso il Tar e a quel punto chiederemo al giudice competente il ripristino delle condizioni di efficienza dei nuclei. Noi non ci fermeremo qui, continueremo la nostra battaglia, stiamo già preparando una richiesta di audizione alle commissioni regionali di Sanità e Vigilanza e Controllo. Considerando che che il Consiglio regionale è cambiato, vogliamo reinteressare anche i consiglieri regionali, cercando le soluzioni necessarie. Continueremo, quindi, sia con la battaglia giudiziaria che con quella politica all’interno delle istituzioni”.
“Abbiamo presentato la diffida perché, nonostante i due anni di battaglie, non siamo ancora riusciti ad ottenere risposte per la sopravvivenza dei nuclei e, soprattutto, per la sostituzione dei medici andati in pensione – ha detto Vito Albano della Fimmg – Si tratta di una chiusura totale della Asl che ha ribadito, anche nel suo atto strategico, che vuole tagliare sui nuclei e in particolare sulla sostituzione dei medici in quiescenza, per cui c’è una posizione politica bene precisa. Avevamo già specificato che le elezioni del 10 marzo non sarebbero state una scadenza per noi, e infatti stiamo andando avanti. A questo punto, visto che non c’è più nessuna possibilità di colloquio di natura sindacale o politica, procediamo per vie legali. Siamo fiduciosi che avremo un giudizio positivo, siamo altrettanto sicuri che entro i 90 giorni non accadrà nulla e quindi andremo avanti per vie legali. Nel frattempo, ci sono alcuni, tra i colleghi in attesa di entrare nei nuclei, che stanno procedendo autonomamente per vie legali”.
“Combattiamo ormai da due anni per il diritto all’assistenza dei cittadini che sono circa 90 mila in tutta la provincia – ha precisato Guido Iapadre di Smi – Erano rimasti fuori circa 10 mila assistiti e per questi ultimi chiediamo il ripristino dei servizi h12 che erano garantiti attraverso i nuclei. Nel mio nucleo avevamo in carico 13.500 assistiti del comune dell’Aquila e ora ci ritroviamo con 6 mila assistiti perché sono andati in pensione 5 medici su 10, senza essere reintegrati. A breve avremo un altro pensionamento che ci porterà a perdere altri 1400 pazienti”. nuclei di cure