26 Febbraio 2024 - 10:43:13

di Redazione

Saranno auditi nel corso del pomeriggio, in Consiglio comunale, i sindacati dei medici Fimmg, Snami e Smi e la Cgil, sulla questione ancora aperta del reintegro dei medici all’interno dei nuclei di cure primarie dell’Aquila, in sostituzione dei colleghi andati in pensione.

I sindacati, in presidio all’interno dei locali della Asl da giovedì a sabato scorso, saranno inoltre ricevuti dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che sarà domani in città per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università.

Il ministro arriva all’Aquila nel pieno della battaglia per i nuclei, che vede contrapposti in posizioni totalmente divergenti e lontanissime i sindacati dei medici e la dirigenza Asl che ha più volte precisato che i reintegri non potranno essere effettuati per mancanza di fondi e perché i subentri sarebbero “un atto illegittimo”.

Intanto nei giorni scorsi la Asl ha diffuso i dati circa sui medici assegnati ai nuclei delle province abruzzesi, sottolineando come quelli aquilani abbiano il numero più alto di medici nella regione, cioè 94. Dati subito smentiti dai sindacati, che hanno reso noti numeri diversi, certificati dalla Regione, secondo i quali L’Aquila sarebbe invece la provincia con una spesa annua totale per l’attuazione di tutte le voci dell’ Accordo integrativo regionale inferiore a tutte le altre.

A sostegno della Asl, nella giornata di ieri sono intervenuti il dottor Aldo Giusti direttore dell’Area Distrettuale L’Aquila, prossimo al pensionamento, il dottor Carmine Viola, che a breve verrà nominato direttore dell’Area Distrettuale L’Aquila come vincitore di concorso, la dottoressa Agata Arquilla, direttrice dell’ Area Distrettuale Peligno-Sangrina e la dottoressa Rossella De Santis, direttrice dell’Area Distrettuale Marsica.

“I dati che la Asl 1 Abruzzo ha diffuso nei giorni scorsi sono ufficiali e incontrovertibili e chiunque li può consultare – hanno precisato – I dati raccolti e verificati con la precisione e lo scrupolo di chi ha lunga esperienza e professionalità, sono stati forniti alla Direzione della Asl che li ha divulgati alla stampa per ristabilire la necessaria correttezza d’informazione a beneficio degli utenti”.

“È quindi con fermezza – hanno aggiunto i dirigenti – che noi, direttori dei distretti sanitari, ci vediamo costretti a rigettare le accuse infondate e le false dichiarazioni fatte dai sindacati dei medici in merito alla veridicità dei dati forniti dalle nostre strutture in quanto gli stessi corrispondono alla realtà. Accusare i direttori dei distretti sanitari, e più in generale la direzione della Asl, di falsificare dei dati è grave e offensivo per l’impegno che viene quotidianamente profuso per garantire trasparenza e accuratezza delle informazioni, nonché qualità e sicurezza dell’assistenza. Fatta questa doverosa precisazione confermiamo che nei nuclei di cure primarie la nostra Asl, in Abruzzo, ha il numero più alto di medici presenti nei NCP che risulta essere pari a 94”.

I dati forniti con comunicazione formale via email dalle altre Asl, ha concluso la nota, tranne quella di Chieti che li ha forniti solo verbalmente riservandosi di inviare a breve email ufficiale sono pari a: Pescara, 77, Teramo, 60, e Chieti 53.

Nel frattempo è scontro all’interno della Fimmg. Nei giorni scorsi, infatti, il segretario regionale del sindacato Mauro Petrucci ha reso noto che la segreteria regionale “pur condividendo l’opportunità di valutare le richieste in merito al reintegro dei medici, dissente dal metodo di protesta e dal coinvolgimento di altre sigle sindacali”.

Contro le affermazioni di Petrucci hanno tuonato i giovani medici della Fimmg, a sostegno del segretario provinciale Vito Albano.

“Siamo indignati dalle dichiarazioni della segreteria regionale della  Federazione italiana dei medici di medicina generale relative al coinvolgimento dei sindacati dei lavoratori nella battaglia a difesa dei nuclei per le cure primarie – hanno scritto – Ricordiamo che tali sindacati hanno il compito di tutelare i diritti dei dipendenti dei nuclei di cure primarie che rischiano il posto di lavoro. Mentre continuavamo a lavorare per i nostri pazienti, abbiamo assistito ai regolari subentri nelle altre aziende sanitarie abruzzesi: lo stallo persiste unicamente nel nostro territorio. La Asl dell’Aquila sta operando una precisa scelta politica di risparmiare proprio sui nuclei di cure primarie e sulle sostituzioni dei medici andati in pensione (secondo quanto si apprende dal piano strategico della Asl provinciale 2022/25), e non è accettabile che su tale questione la Fimmg regionale non abbia mai preso una posizione chiara e netta. Diamo pieno appoggio al segretario provinciale della Fimmg Albano, che in questi due anni si è sempre dimostrato presente e attivo sulla questione dei mancati subentri che, ricordiamo, riguarda la sola provincia dell’Aquila. I suoi interessi sono a tutela dei diritti di noi giovani medici, degli oltre 50mila assistiti e del personale dipendente nei nuclei per le cure primarie. In questi due anni non abbiamo avuto, invece, il supporto che pure abbiamo tanto atteso da parte della segreteria regionale Fimmg“.

“E adesso la richiesta tardiva di un tavolo di concertazione, da noi più volte richiesto, appare come un tentativo di placare le polemiche e procrastinare ogni possibile risoluzione – hanno concluso – Ci troviamo obbligati, nostro malgrado, a rispondere all’ultima nota della Asl 1 e dei direttori dei distretti sanitari regionali relativa ai dati dei nuclei per le cure primarie nelle varie province; ribadiamo con forza che, indipendentemente dai numeri, il problema rimane sempre lo stesso: all’Aquila i subentri dei medici andati in pensione non vengono effettuati, a differenza di tutte le altre Asl abruzzesi. Chiediamo ancora una volta  con forza  che i medici attesi da migliaia di pazienti vengano reintegrati, in quanto i nuclei per le cure primarie sono servizi essenziali per i cittadini e le cittadine della provincia dell’Aquila. Non si capisce per quale motivo – concludono i giovani medici della Fimmg della provincia dell’Aquila -, se sino a oggi la nostra azienda è stata virtuosa così come i dirigenti dicono, adesso dovrebbe tornare indietro soltanto perché le altre aziende non hanno avuto il nostro stesso livello di efficienza”.