10 Maggio 2024 - 10:42:44

di Redazione

“Reputo la bolla una pietra miliare sulla strada della Perdonanza, un punto di riferimento, una bussola che deve consentirci di orizzontarci nella vita ecclesiale e sociale.  Le frasi che ci riguardano sono frasi monumentali e hanno una straordinaria portata ideologica, storica e pastorale e imprimono un potente impatto comunicativo. Sono frasi forti, coinvolgenti”

Lo ha detto questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, il Cardinale e arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Petrocchi, commentando la citazione della Perdonanza celestiniana da parte di Papa Francesco nella sua “Bolla di indizione” del Giubileo 2025.

Il Pontefice è tornato indietro al primo Giubileo del 1300, “alla grazia del perdono che si era cominciata a riversare sul popolo di Dio, reso evidente dalla grande perdonanza di Celestino V, nata prima dell’istituzione dell’anno Santo”.

Volevo rivolgere a nome di tutta la chiesa e di tutta la società aquilana un grazie immenso a papa Francesco, la bolla è un ulteriore e prezioso gesto di benevolenza verso la nostra comunità. Papa Francesco si dimostra pastore della nostra Diocesi e principale cittadino della nostra città”, ha aggiunto Petrocchi.

Petrocchi si è poi soffermato su come la città dovrà prepararsi al Giubileo.

“Serve che cresca la coscienza di questo straordinario patrimonio che la provvidenza ci ha affidato che è la Perdonanza di Celestino – ha detto – Ora, essere consapevoli significa non soltanto cogliere la profondità e l’ampiezza del messaggio, ma sentirsi chiamati ad essere protagonisti in questa impresa di valorizzare questo tesoro e di metterlo a disposizione degli altri, quindi ci sono due movimenti che si richiamano, uno che va verso noi, perché la Perdonanza ci riguarda direttamente e poi l’altro che va in direzione del mondo perché, attraverso noi, dovrebbe arrivare a tutti. Si tratta di un passaggio secondo me storico nella vicenda della chiesa della città dell’Aquila e da scrivere a lettere cubitali negli annali della città”.

C’è stato il così l’impegno a far arrivare nei luoghi opportuni queste convinzioni che noi abbiamo maturato, sulla base di fatti storici e di documentazione di tipo pastorale – ha proseguito – Un apporto che spero possa essere stato significativo. Noi non siamo rimasti fuori, abbiamo cercato di svolgere questo ruolo attivo in piena fedeltà al magistero di Papa Francesco, ha sottolineato.

“Il mio desiderio è che la chiesa aquilana sia sempre più chiesa e quindi una comunità di comunione che svolge la missione di testimoniare il Vangelo, che non soltanto cambia la storia personale e collettiva dal punto di vista spirituale, ma anche sociale – ha concluso Petrocchi – Un altro desiderio è che L’Aquila sia sempre più L’Aquila, sia sempre più coerente con questa meravigliosa identità che Dio ha scritto nelle pagine degli eventi che ne caratterizzano il flusso nel tempo. L’Aquila per essere L’Aquila ha bisogno di scoprirsi e di inventarsi sempre di più come città della Perdonanza”.