20 Settembre 2024 - 09:44:01

di Tommaso Cotellessa

Continua a far discutere l’evento dedicato all’Italia Coloniale, organizzato a L’Aquila con il patrocinio del Comune. Dopo i pesanti affondi e le critiche mosse dal segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo e dal comitato provinciale dell’Anpi, questa mattina è la consigliera comunale del gruppo L’Aquila Coraggiosa Simona Giannangeli a chiedere chiarimenti riguardo questa iniziativa e ad affrontare il Comune su questo campo.

Per la Giannangeli si tratta dell’ “ennesima vicenda gravissima che segna la storia di questo Comune che in sette anni ha precipitato la parola ed il concetto di cultura nel baratro di rivendicazioni fasciste su vicende storiche criminali ed impunite“.

L’evento infatti, previsto per il 21 settembre prossimo, presso il Palazzetto dei Nobili, ha come titolo Il colonialismo italiano tra storia e “leggenda nera” e prevede la presentazione del volume di Alberto Alpozzi che mira a fare luce su ciò che viene definito il “lato oscuro” della narrazione sul colonialismo italiano. Per la Giannangeli, tuttavia, la strategia è quella di porre in atto un subdolo tentativo di riscrivere la storia. Una storia, quella del colonialismo italiano, segnata da violenza, soprusi e ingiustizie.

Il Comune dell’Aquila – scrive ancora la consigliera – decide ovviamente di patrocinare un evento segnato dal più vergognoso tratto di revisionismo storico, perché il sindaco della città, il suo partito ed il resto della maggioranza silenziosa che lo sostiene sono espressione della stessa posizione revisionista e fascista”.

Ma a tutela della tenuta democratica del comune e della storia del paese Giannangeli chiede che il sindaco ritiri immediatamente il patrocinio concesso, inoltre la consigliera rivolge un appello alla società e ai cittadini invitando alla partecipazione:

Occorre allarmarsi, occorre rivoltarsi contro eventi simili, perché è in gioco la tenuta democratica in un territorio che è specchio di quell’erosione pericolosa dell’assetto democratico in atto nel paese”.

Nel lanciare il suo appello Giannangeli ricorda che il colonialismo italiano, come quello di altre potenze europee, è stato caratterizzato da violenze, sfruttamento economico e razziale e un preteso “compito civilizzatore”, basato su presupposti di superiorità antropologica e razziale. L’Italia non fu un’eccezione; anzi, il suo dominio nelle colonie fu segnato da brutalità e repressione. Si stima che oltre 1.000.000 di persone siano state uccise a causa delle guerre, dei rastrellamenti e delle deportazioni nei campi di concentramento. Eppure, in Italia, questa pagina di storia viene spesso minimizzata o ignorata.

Tuttavia esiste ancora una mancanza di piena consapevolezza di cosa sia stato realmente il colonialismo italiano. Una delle cause principali di questa amnesia storica è il mito degli “italiani brava gente”, secondo il quale il colonialismo italiano sarebbe stato più umano e giusto rispetto a quello di altre nazioni. Questo falso mito nasconde, però, crimini, massacri, segregazione razziale, sfruttamento economico e vessazioni subite dalle popolazioni locali, così come crimini sessuali e violenze perpetuate ai danni delle donne africane. Come sostiene la stessa Giannangeli Non c’è mai stata una Norimberga d’Africa”, alludendo all’impunità dei crimini fascisti in Africa.

La denuncia di L’Aquila Coraggiosa va oltre la critica al singolo evento. L’evento patrocinato dal Comune apre infatti un dibattito che va oltre la storia del colonialismo italiano. Mette in luce il rischio che, attraverso il revisionismo storico, si legittimino atteggiamenti e posizioni che minano i valori democratici e civili conquistati nel corso del tempo. Di fronte a tale pericolo, l’allarme lanciato da L’Aquila Coraggiosa richiama tutti alla responsabilità di proteggere e promuovere una cultura fondata sui diritti e sulla memoria storica, senza sconti né distorsioni.