08 Ottobre 2024 - 11:08:52
di Redazione
La cardiologia dell’ospedale “San Filippo e Nicola” di Avezzano, grazie all’uso di moderne tecnologie e alla sua posizione strategica, si conferma punto di riferimento per l’area compresa tra Abruzzo, Molise e basso Lazio, accogliendo pazienti da tutto il Centro-Sud. Negli ultimi mesi del 2023 nella Unità Operativa Complessa di Cardiologia UTIC vi è stata l’apertura degli ambulatori di secondo livello per l’Insufficienza cardiaca, per la cardiopatia ischemica e strutturale, per l’aritmologia per il monitoraggio remoto dei device impiantati, per la dislipidemia e da ultimo, per l’amiloidosi cardiaca da transtiretina; nel corso del 2024 vi è stato un incremento sia del numero di procedure che della qualità delle stesse.
Queste novità saranno presentate nel convegno “Il cuore della Marsica“, che si tiene l’11-12 ottobre presso il Centro di formazione ‘Noesis’ ad Avezzano, alla presenza di un centinaio di specialisti e di rappresentanti delle istituzioni locali.
In questi mesi, nell’Ospedale di Avezzano l’attività di emodinamica (la cardiologia interventistica) è aumentata del 20%, mentre l’attività di elettrofisiologia cardiaca è aumentata del 50%; inoltre, insieme a Pescara, l’UOC di Cardiologia di Avezzano è diventato il centro di riferimento regionale per il trattamento dell’amiloidosi cardiaca, patologia misconosciuta soprattutto tra gli over 65.
“La crescita non riguarda solo il numero di interventi, ma anche la complessità dei pazienti che trattiamo – sottolinea il Prof. Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus – Vi è stato un incremento significativo nei trattamenti dei casi di lesioni coronariche multivasali, spesso in pazienti in condizioni critiche. Grazie all’uso di tecnologie avanzate come l’Impella e altri dispositivi di supporto emodinamico, è stato possibile affrontare con successo situazioni di grave insufficienza cardiaca e coronaropatie complesse. Queste innovazioni consentono di gestire pazienti sempre più complessi, garantendo interventi tempestivi ed efficaci. Questi risultati sono il frutto della visione lungimirante della Direzione strategica, guidata dal Direttore Generale, il Prof. Ferdinando Romano, che ha lavorato per garantire alla cittadinanza un servizio sanitario all’avanguardia, tempestivo ed efficiente. La sua attenzione al miglioramento delle prestazioni sanitarie ha giocato un ruolo cruciale nell’introduzione delle nuove tecnologie“.
Le patologie cardiovascolari che mettono a rischio il ritmo adeguato del cuore nel pompare sangue a tutto il corpo implicano un’elettrostimolazione tramite pacemaker, che può avvenire in diverse modalità. All’approccio classico, si è aggiunta recentemente l’elettrostimolazione fisiologica, che rappresenta un salto in avanti per favorire la qualità di vita dei pazienti e per limitare le complicanze successive. Non è però ancora diffusa in tutti i centri. La capacità della Cardiologia di Avezzano di offrire questa tecnica ha contribuito a rendere il reparto un centro di eccellenza a livello macroregionale.
“Con la stimolazione cardiaca tradizionale, l’impulso elettrico parte dall’apice del ventricolo destro per poi diffondersi verso la base dei ventricoli causando dissinergie inizialmente funzionali che successivamente portano a danni anatomo-funzionali – sottolinea il Prof. Francesco Vetta – Questo può compromettere il corretto funzionamento del cuore e aumentare il rischio di insufficienza cardiaca e di fibrillazione atriale, soprattutto nei pazienti anziani, dove queste condizioni sono già più comuni. Dati della letteratura dimostrano che una stimolazione cardiaca dall’apice del ventricolo destro con una percentuale superiore al 20-40% può aumentare del 15-20% il rischio di scompenso cardiaco e del 50% il rischio di fibrillazione atriale. Questo è più comune nella popolazione anziana che è maggiormente esposta alle suddette patologie: infatti la prevalenza della fibrillazione atriale, proprio per il progressivo invecchiamento della popolazione, è previsto che tenda almeno a raddoppiare nei prossimi 25 anni, passando dal valore attuale del 2% al 4% nella popolazione generale, sempre considerando che la prevalenza nei soggetti ultrasettantacinquenni è pari invece a circa il 15%. Anche per l’insufficienza cardiaca è previsto un trend analogo potendosi parlare di “epidemia cardiogeriatrica”. È ovvio quindi che ci debba essere una specifica attenzione a migliorare i percorsi terapeutici specialistici soprattutto per prevenire patologie più comuni nella popolazione anziana.
“In tal senso la stimolazione fisiologica riproduce un percorso più naturale dell’impulso elettrico nel cuore – aggiunge il Prof. Francesco Vetta – Partendo dal setto interventricolare, l’impulso raggiunge in modo più fisiologico tutto il cuore, prevenendo o trattando l’insufficienza cardiaca. Diversi studi dimostrano che questa tecnica è più efficace rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre, richiedendo meno elettrocateteri, riduce il rischio di infezioni legate all’impianto“. Visto che il pacing fisiologico non è ancora una pratica comune in tutti i centri di elettrostimolazione, nonostante la sua diffusione crescente, il dinamismo dell’ospedale di Avezzano acquisisce ancora maggiore importanza.