26 Marzo 2025 - 10:34:32

di Redazione

Sono state 423 le missioni di soccorso condotte nel 2024 dal Soccorso alpino e speleologico Abruzzo.

I dati, che confermano l’importante richiesta di intervento in ambiente montano impervio, sono stati resi noti con il report sugli interventi effettuati lo scorso anno.

Il 76% degli interventi ha riguardato situazioni in terreno impervio, seguite dalle operazioni di ricerca (17,5%) e dagli incidenti stradali (4%). Tra le cause più frequenti, le cadute e scivolate rappresentano il 30,4%, seguite dall’incapacità individuale (19,3%) e dalla perdita di orientamento (20,3%).

Il dato più preoccupante riguarda il numero di decessi: 19 persone hanno perso la vita, quasi il doppio del 2023, in cui si sono registrate 11 vittime.

Un dato che evidenzia la necessità di rafforzare la prevenzione e la consapevolezza sui rischi in montagna.

L’attività del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo si è svolta con il massimo impegno dei 1145 operatori impiegati nel corso dell’anno. Gli interventi hanno richiesto 9.346 ore/uomo, con il supporto dell’elisoccorso: nel 46,3% dei casi è intervenuto l’elisoccorso 118, nel 3,4% i Vigili del Fuoco e nell’1,1% altri enti.

Il 81,4% dei soccorsi ha riguardato uomini, il 18,6% donne. La fascia più colpita è 50-60 anni (21,5%), seguita da 20-30 anni (16,7%) e 40-50 anni (15%). Il 93% dei soccorsi ha riguardato cittadini italiani, con una minima percentuale di interventi su stranieri. Il 54,3% persone sono risultate illese, 30,2 % ferite lievemente, 4,7% ferite gravemente.

I mesi estivi risultano i più critici, con un picco a luglio (15,9%) e giugno (15,4%), seguiti da agosto (15%). Questo conferma l’aumento dell’affluenza in montagna nei periodi di vacanza e temperature favorevoli.

Solo il 13,2% delle persone soccorse risultava iscritto al Cai, mentre l’86,8% non faceva parte dell’associazione, sottolineando l’importanza di promuovere una maggiore cultura della sicurezza in montagna.

Di fronte a questi dati, il Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo invita tutti i frequentatori della montagna «ad adottare comportamenti responsabili e a prepararsi adeguatamente prima di ogni escursione. La prevenzione e la formazione possono fare la differenza tra una giornata all’aria aperta e un intervento di emergenza».

IL REPORT NAZIONALE

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), ente che da oltre 70 anni effettua soccorsi tecnici – sanitari e non – in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale con più di 7.000 operatori altamente specializzati, presenta il report delle attività svolte nel corso del 2024. Le attività, svolte in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale e il sistema 118, sono finalizzate a garantire il soccorso e l’assistenza immediata ai soggetti infortunati, alle persone in difficoltà o in imminente pericolo di vita, alla ricerca e al recupero di dispersi e caduti.

I numeri del 2024

Nel corso dell’anno appena trascorso, il CNSAS ha effettuato 12.063 missioni di soccorso, portando assistenza a 11.789 persone. Il dato conferma la stabilizzazione dei numeri su livelli molto elevati, in linea con gli ultimi due anni. Le ore/uomo impiegate sono state 183.846, per un totale di 314.228 giornate/uomo, con 42.589 tecnici volontari coinvolti.

Le cause degli interventi

Le principali cause degli interventi rimangono sostanzialmente invariate rispetto agli anni precedenti:

  • Caduta o scivolata: 43,2%
  • Incapacità durante l’attività svolta: 26,5%
  • Malore: 12,7%

Seguono: altre cause (9,6%), maltempo (4,1%), frane (1,3%), eventi valanghivi (0,7%) e shock anafilattico (0,4%).

Le attività coinvolte

L’attività che si conferma come principale causa di incidenti è l’escursionismo (44,3% dei casi), seguita da:

  • Sci alpino e nordico: 14,0%
  • Mountain bike: 6,8%
  • Alpinismo: 5,9%
  • Ricerca di funghi: 3,4%
  • Attività lavorative: 2,6%
  • Attività su ferrate e falesie: 3,6% complessivi

Da segnalare anche la presenza di interventi durante attività venatorie, sport dell’aria e speleologia.

Lo stato fisico delle persone soccorse

Nel 2024 si contano:

  • 466 persone decedute
  • 1.431 feriti gravi
  • 5.288 feriti lievi
  • 299 feriti con compromissione delle funzioni vitali
  • 4.187 illesi
  • 118 dispersi

L’identikit della persona soccorsa

Il profilo prevalente rimane stabile: uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo una caduta durante un’escursione nel mese di agosto, che si conferma il periodo con il maggior numero di interventi (18%).

  • Nazionalità: 80,4% italiani, seguono cittadini di Germania (6,8%), Francia (1,6%) e Austria (1%).
  • Età prevalente: tra i 50 e i 60 anni (16,36%), seguiti da over 60 e giovani tra i 20 e i 30 anni.
  • Sesso: 67,9% maschi, 32,1% femmine.
  • Appartenenza al Club Alpino Italiano: 91,4% non soci, 8,6% soci.

Quando e dove intervengono i soccorsi

Quasi la metà degli interventi si concentra nei mesi estivi: luglio (14,4%), agosto (18%) e settembre (8,6%), in linea con le principali attività outdoor praticate durante la stagione calda.

Distribuzione territoriale degli interventi

I territori più coinvolti sono:

  • Piemonte: 15,9%
  • Soccorso Alpino Valdostano / Valle d’Aosta: 14,3%
  • Trentino: 11,7%
  • Alto Adige: 10,9%
  • Lombardia: 10,4%
  • Veneto: 9,2%

Seguono tutte le altre regioni italiane, con dati coerenti con gli anni precedenti.

Il confronto con gli anni precedenti: numeri stabili, ma ancora troppi decessi

Nel triennio 2022–2024 si registra un andamento stabile e costantemente elevato del numero complessivo di missioni di soccorso effettuate dal CNSAS.
Dopo il picco del 2023, con 12.349 missioni, il 2024 si attesta su 12.063 missioni, un dato in linea con quello dell’anno precedente e in forte aumento rispetto alle 10.367 missioni del 2022.

Anche il numero delle persone soccorse rimane elevato:

  • 11.789 nel 2024
  • 12.365 nel 2023
  • 10.125 nel 2022

Sul fronte delle persone decedute in ambiente impervio, si osserva una lieve flessione rispetto agli anni precedenti, pur restando il dato altamente significativo:

  • 466 decessi nel 2024
  • 491 nel 2023
  • 504 nel 2022

L’analisi conferma una pressione costante sul sistema di soccorso in montagna, con numeri che evidenziano quanto sia necessaria una costante attività di prevenzione, sensibilizzazione e formazione per ridurre i rischi e limitare gli incidenti.