04 Aprile 2025 - 17:25:53

di Martina Colabianchi

«Oggi a L’Aquila, sorridente accanto alla Meloni, si è rivisto il sindaco Pierluigi Biondi, di cui avevamo perso le tracce. Silente nei giorni scorsi, fuggitivo davanti alla commissione Bilancio che avrebbe voluto ascoltarlo in qualità di presidente dell’Anci Abruzzo, non ci ha nemmeno fatto la grazia di farci sapere cosa pensa dell’aumento delle tasse per compensare i debiti delle Asl, mentre molti sindaci con fascia tricolore manifestavano in Consiglio regionale».

Così, in una nota, il segretario del Pd Abruzzo Daniele Marinelli all’indomani dell’imponente manifestazione di sindacati e parti politiche all’Emiciclo, occupato dai protestanti, dove si è discussa e poi approvata la riforma fiscale che prevede una rimodulazione delle aliquote Irpef.

La manifestazione e l’occupazione della sala Spagnoli del Consiglio regionale hanno scatenato l’ira del presidente di Regione Marco Marsilio, che ha annunciato provvedimenti davanti ai tribunali e ha definito i manifestanti «teppa rossa». Marinelli torna alla carica proprio su queste parole.

«Chissà se l’elegante e signorile espressione di Marsilio “teppa rossa” comprendeva anche quelle sindache e sindaci presenti all’Emiciclo durante la protesta. E se “teppa rossa” sono pure i 62.000 abruzzesi che non hanno il medico di base, tutte e tutti quelli che devono andare fuori regione, pagare dal privato, o i 120mila che hanno rinunciato a curarsi. In tutti questi casi ci sarebbe un’unica alternativa ragionevole: chiedere scusa e rassegnare le dimissioni per la fallimentare gestione della sanità».

«È surreale che adesso, – prosegue Marinelli – dopo sei anni di governo, la destra vada in Consiglio regionale a spiegare cosa si dovrebbe fare per rimettere in sesto la sanità abruzzese. La domanda è: che cosa ha fatto la giunta Marsilio per la salute degli abruzzesi in questi sei anni, oltre a nascondere i debiti, aumentare gli stipendi ai manager e assistere passiva al progressivo deterioramento dei servizi sanitari? La risposta è nota: nulla. O meglio, ha pensato bene di aumentare l’addizionale Irpef per far pagare ai cittadini l’inefficacia delle politiche messe in campo, e con esse gli sprechi».

«A tal proposito, apprendiamo proprio oggi di un emendamento targato destra con cui si vogliono destinare 70mila euro alla Festa della Repubblica in Spagna. Se qualche assessore o consigliere regionale vuole fare una gita a Madrid, la pagasse con i soldi propri, non con le tasse degli abruzzesi».

«Dopo la forte manifestazione di ieri, civile, pacifica e democratica, il Partito Democratico è e resterà in mobilitazione permanente, contro la destra che uccide la sanità e aumenta le tasse, per ridare all’Abruzzo un governo regionale degno di questo nome», conclude Marinelli.

Di Marco (Pd): «Marsilio chieda scusa a sindaci e cittadini»

«Fa inorridire l’utilizzo di parole pesanti come quelle che ieri, Presidente Marsilio, Lei ha rivolto a sindaci, cittadini, pensionati, studenti che avevano il diritto di protestare per l’ingiusto aumento delle tasse deciso per colmare la voragine creata dalla destra di cui è esponente ai conti della sanità. È brutto e istituzionalmente inappropriato, per varie ragioni: quelle parole sono eco di regimi passati che speriamo di non veder resuscitati, rivolti a parte di una comunità di cui, Le ricordo, Lei è presidente; sono ingiusti perché la protesta è stata pacifica; sono inopportuni, perché quei cittadini chiedevano solo che venisse riconosciuto loro un diritto, quello alla salute. Infatti, tutte quelle persone Le contestavano proprio questo: che dovranno pagare per i vostri tanti errori, non perché avranno una sanità migliore. Chieda scusa e lavori perché ciò accada», dura la replica del consigliere regionale Pd Antonio Di Marco al presidente Marsilio.

«Riflettiamo sui fatti, le tasse sono aumentate, a pagare sono i cittadini: non paga chi ha governato male un comparto così delicato, né i manager che hanno prodotto i debiti della sanità – spiega Di Marco – . L’Abruzzo pagherà anche il risarcimento per l’ingiusta rimozione dei manager precedenti, fatta da voi per liberare poltrone da destinare agli amici, anche se la legge non lo consente. Uno di questi è Armando Mancini, stimato neurologo e tecnico competente ed efficace, rimosso dalla Asl di Pescara ingiustamente, come confermano i pronunciamenti di tutti i gradi di giudizio a cui si è rivolto, Cassazione compresa. Altri fatti, stavolta numerici, raccontano che con il governo di centrosinistra l’azione di risanamento della sanità è stata concreta ed efficace, concludendosi con l’uscita dal commissariamento. Durante i suoi sei anni, la situazione è completamente all’opposto: debiti, mobilità passiva, liste d’attesa, rinuncia alla cura, paesi senza medico. Questa è la storia raccontata anche dai tavoli di un Ministero che è in mano al Suo partito».

«Chiudo dicendo che vi abbiamo visto con la faccia contrita far passare la stangata ieri in Consiglio regionale, ma non era lei che a dicembre 2023 proclamava: ‘Abbiamo estinto tutti i debiti che avevamo ereditato. È stato un percorso di risanamento e di rimessa in carreggiata dei conti pubblici, molto importante. Tra questi segnalo quelli della sanità, che sono la parte più importante del bilancio regionale, che abbiamo chiuso in questi anni sempre in pareggio utilizzando il Fondo Sanitario Nazionale, a differenza di altre regioni che hanno dovuto incrementare l’IRPEF per far quadrare i conti e i bilanci delle ASL. Questo in Abruzzo non è accaduto, è un indice di buona amministrazione’. Mi chiedo, invece, che teppa sia chi invece si è sconfessato e ha deciso di tassarli per colmare il buco che ha prodotto in soli sei anni, perché ha fallito nella governance della sanità», conclude Di Marco.

Sanità, tasse e dissenso, M5S: «L’unica violenza è quella della maggioranza regionale»

«’Teppisti, bivacco di manipoli, cialtroni, bugiardi‘: sono questi gli insulti con cui il presidente di Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha etichettato cittadini, sindacati e tutti coloro che ieri, giovedì 3 aprile 2025, hanno manifestato pacificamente contro l’ennesimo prelievo forzoso dalle tasche degli abruzzesi. Persone esasperate da anni di rinunce alle cure, di sacrifici per mandare avanti la famiglia e di ingiustizie sociali create da questo governo regionale. “Un attacco verbale inaccettabile, che denota disprezzo verso chi si oppone a scelte politiche scellerate e chiude a qualsiasi forma di confronto. È per questo che non possiamo tollerare questa aggressività verso chi ha manifestato ieri pomeriggio“, dichiarano la consigliera regionale Erika Alessandrini e Francesco Taglieri, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

«Marsilio parla di violenza da parte dei manifestanti e qualcuno dei suoi, in uno slancio di fantasia, addirittura paragona l’iniziativa di ieri all’assalto di Capitol Hill del 2021 a Washington. La realtà è un’altra, l’unica violenza è quella verbale di chi, dopo aver fallito nella gestione della sanità e delle risorse pubbliche, criminalizza il dissenso distorcendo fatti e circostanze a proprio uso e consumo. Il motivo è evidente, Marsilio e tutto il centrodestra hanno la necessità di sviare l’attenzione di stampa e opinione pubblica dal proprio fallimento e dalla pessima figura di cui si sono resi protagonisti».

Prosegue Taglieri, «al netto delle dichiarazioni mendaci di Marsilio, la realtà testimonia un Presidente nervoso e preoccupato dalle critiche dei cittadini e dai conflitti interni alla sua coalizione. I dati riferiti all’Abruzzo sono impietosi: la nostra regione è tra le ultime in Italia per qualità dell’assistenza sanitaria, per prevenzione e per servizi ospedalieri e territoriali. Per colpa sua siamo precipitati in fondo alle classifiche nazionali mentre la sanità privata è cresciuta a discapito del servizio pubblico. Quel Presidente che ora si scaglia contro i cittadini che non sottostanno al suo modo di agire perché, invece, non spiega come vengono spesi i tre miliardi di euro destinati alla sanità abruzzese? Migliaia di famiglie faticano ad arrivare a fine mese, schiacciate da stipendi inadeguati e da una pressione fiscale insostenibile e, in cambio ricevono solo disservizi: dai trasporti al welfare fino a una sanità al collasso e in un costante e strutturale deficit economico. Prima di imporre l’aumento delle tasse ci saremmo aspettati un confronto serio nelle commissioni competenti ma nessuna delle proposte da noi presentate è stata considerata, come sono cadute nel vuoto le tante richieste delle parti sociali e dei portatori di interesse auditi. Da abruzzese, dico al presidente Marsilio di vergognarsi e di chiedere scusa a tutte le persone che ha offeso solo perché, per qualche secondo, hanno deciso di sedersi simbolicamente sulla sua poltrona».

Alle parole del capogruppo fanno eco quelle della consigliera Alessandrini: «Esprimiamo la nostra solidarietà a sindacati, lavoratori, pensionati e cittadini comuni che hanno manifestato contro una decisione ingiusta, ma anche a tutte le donne che si sono trovate al centro di un linguaggio indegno da parte del Presidente Marsilio, come dimostra il caso della consigliera regionale della Lega, Carla Mannetti, offesa perché non allineata al suo pensiero intransigente. Dovrebbe ascoltare, non insultare, ma non lo farà perché è troppo impegnato a esercitare una propaganda brutale, ideologica, priva di empatia e completamente scollegata dalla realtà. Le bugie di questa giunta si sono scontrate con il giudizio dei cittadini che in questi giorni e in più sedi hanno espresso il proprio dissenso. Gli abruzzesi sono sì forti e gentili ma non sono fessi. Presidente Marsilio, prima che il danno prodotto dalla sua maggioranza diventi irreparabile, faccia un favore a tutti noi e si dimetta, liberandoci finalmente dalla sua incapacità».

Alfonso D’Alfonso (Demos): «Le allucinazioni del presidente Marsilio»

«La manifestazione di protesta della Cgil, Cisl, Uil e Ugl , delle cittadine e dei cittadini Abruzzesi e delle opposizioni di centrosinistra è stata composta , pacifica e attinente al tema – dichiara Alfonso D’Alfonso, segretario regionale di Demos  non ho visto facinorosi, teppaglia rossa o peggio bivacchi di manipoli, anche perché le due cose sarebbero storicamente antitetiche. Basti pensare che si è provveduto anche a ripulire per bene gli spazi del consiglio regionale ad opera dei tanti giovani  presenti alla manifestazione. L’unica violenza è quella verbale ad opera di chi vuole distogliere l’attenzione dall’ aumento delle aliquote Irpef a carico dei già provati contribuenti abruzzesi».

«Credo che i dipendenti del Consiglio Regionale più che alla solidarietà per una violenza subita immaginaria, siano più interessati alla copertura del capitolo per il Tfr svuotato per fare fronte ad altre spese. Ancora una volta il potere ha fatto da collante per una maggioranza divisa su tutto tranne che per affondare le mani sulle risorse pubbliche per alimentare il proprio consenso.  Nessun accenno alla rinuncia delle tante elargizioni a pioggia che in un anno assorbono molto di più dei  40.000.000 milioni di euro che occorrono per coprire il disavanzo della Sanità Abruzzese del 2024, né alcun impegno sulla destinazione delle risorse che hanno chiesto di esborsare alle cittadine e cittadini dell’Abruzzo. Non ci faremo né distrarre, né intimorire da queste assurde anticipazioni di querele a mezzo stampa. Continueremo a lavorare per una Sanità migliore che possa usufruire delle enorme risorse messe a disposizione dal Pnrr senza mettere, oltremodo, le mani in tasca ai cittadini»

«Il Patto per l’Abruzzo e Demos – conclude D’Alfonso – sono sempre al fianco delle cittadine e dei cittadini , delle lavoratrici e dei lavoratori, mai contro di essi».