16 Giugno 2025 - 09:27:43
di Tommaso Cotellessa
Un centinaio di cicloamatori hanno deciso di trascorrere in maniera diversa la domenica appena trascorsa.
Gli appassionati delle due ruote, infatti, si sono lanciati in una ciclopedalata sperimentale, necessaria a mettere alla prova lo stato della mobilità dolce sulla nuova statale 260, fresca della recente apertura del quarto lotto della strada L’Aquila-Amatrice e della nuova galleria.

L’iniziativa, che ha visto i ciclisti partire da Piazza d’Armi, a L’Aquila, per raggiungere la piazza di Marana di Montereale, ha rappresentato un gesto simbolico ma al contempo estremamente concreto per denunciare la chiusura al transito delle biciclette del tratto stradale che va dal bivio della provinciale 3 sino alla confluenza con la Ss 260.
Con l’apertura al transito del quarto lotto della strada L’Aquila-Amatrice, spiegano i promotori dell’iniziativa, i ciclisti non possono più raggiungere Montereale, Amatrice, Capitignano e i territori dell’alta valle dell’Aterno, se non percorrendo la lunga salita della Sp3, conosciuta come “Salita delle Castagne” – tra l’altro in pessime condizioni stradali -, poi inerpicarsi ancora lungo la provinciale Umbro-Sabina sino alla località di Casale Bottone e ridiscendere verso l’abitato di Montereale.
«La bici – scrivono in una nota gli attivisti – rappresenta da sempre un mezzo salutare, di passione sportiva e di “libertà”, al quale si avvicinano sempre più persone: giovani, giovanissimi, pensionati, uomini e donne che cercano attività gradevoli; inoltre la mobilità dolce è, oggi, ovunque molto supportata, con la costruzione di ciclabili e incentivi all’acquisto di bici elettriche: il nostro sogno è che si realizzi la ciclabile dell’Aterno, da tempo finanziata ma finita nel dimenticatoio».

Obiettivo della manifestazione era anche sensibilizzare una maggiore pacifica convivenza sulla strada tra automobilisti e ciclisti.
All’arrivo a Marana di Montereale, la carovana multicolore a due ruote è stata accolta e ristorata dal bar di Nicola Sebastiani che, come altri, già paga l’abbandono di quelle tratte da parte di centinaia di ciclisti.
Ma l’occasione è servita anche per richiamare l’attenzione su via delle Fiamme Gialle piena di buche e avvallamenti che impediscono ai ciclisti di tenere il margine della carreggiata, e sui pericoli esistenti tra la rotatoria di S. Vittorino e quella per la S.S. 260 in località Cermone altamente congestionata dal traffico con sede stradale stretta e nonostante i divieti si registrano alte velocità e sorpassi pericolosi.
«Esistono soluzioni rapide e non costose e ci sono progetti dotati di copertura economica che stentano a prendere l’avvio – chiosano i cicloamatori – non si può attendere l’ennesima vittima per darsi la sveglia».
