23 Febbraio 2024 - 13:01:55
di Tommaso Cotellessa
L’Istituto comprensivo Giuseppe Mazzini dell’Aquila ha ospitato questa mattina il procuratore generale della Corte militare d’Appello di Roma Marco De Paolis, in visita nella città dell’Aquila per presentare il suo volume “Caccia ai nazisti”.
Il libro, impreziosito dalla prefazione della senatrice Liliana Segre, racconta i quindici anni, tra il 2002 e il 2018, di indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari.
De Paolis ha incontrato, all’interno della palestra dell’istituto, gli alunni delle classi terze della scuola secondaria.
“Sarà un momento di confronto importante per la formazione dei nostri ragazzi”, questo era stato l’auspicio della dirigente scolastica Monia Lai nel dare notizia dell’evento “che il procuratore De Paolis, autore di diversi libri dedicati alla Seconda Guerra Mondiale, desidera incontrare per renderli partecipi di un lavoro difficile e doloroso che ha tolto dall’oblio i fascicoli conservati nel cosiddetto “Armadio della vergogna”. La sua ultima opera “Caccia ai nazisti” potrà essere lo spunto per riflettere sugli eventi che gli alunni stanno studiando sui libri di storia”.
“Questo è un un libro che racconta la lunga esperienza giudiziaria che ho compiuto in 16 anni di attività di indagine di processi e quindi indagini sui crimini nazisti in Italia all’estero” ha spiegato De Paolis, il quale facendo riferimento ai fatti di estrema attualità ha dichiarato “chiaramente una parte di questi crimini riguarda anche anche gli ebrei, fatti che è utile riscoprire soprattutto in questo momento in cui c’è un risveglio dell’antisemitismo e siamo circondati da segnali molto negativi nella società e nel mondo con conflitti che che non cessano di avvenire ed anzi si amplificano“.
Il testo di De Paolis vuole dunque essere uno strumento utile non solo a conoscere, riscoprire e ricordare gli atroci crimini compiuti dall’umanità in una delle parentesi più buie della storia, ma vuole anche essere strumento di consapevolezza per le giovani generazioni, per far sì che atrocità di tale genere non si ripetano mai più.
“Non dimenticare suppone un’operazione preliminare, che noi oggi facciamo e che i ragazzi fanno tutti i giorni a scuola, quella di conoscere. Per non dimenticare bisogna conoscere e quindi la mia presenza qui vuole essere un modo per provocare questa conoscenza“