21 Agosto 2024 - 18:51:37
di Martina Colabianchi
Sulla nomina della nuova Comandante della Polizia locale Patrizia Celani, mediante lo strumento dello “scavalco amministrativo”, NewsTown aveva sollevato ieri qualche dubbio sulla legittimità di utilizzare tale istituto quando, come in questo caso, una nomina viene attuata in maniera diretta e fiduciaria da parte di un sindaco (quello di Ascoli Piceno per Celani) e non attraverso bando pubblico.
Da qui, le reazioni politiche delle opposizioni che si chiedono, oltretutto, se davvero una Comandante che si recherà all’Aquila una volta a settimana possa garantire l’elevato livello di sicurezza di cui la città ha bisogno, soprattutto dopo i tanti fatti di cronaca registrati negli ultimi mesi.
Molto critico il Partito Democratico aquilano che, in una nota in cui riassume brevemente tutta la diatriba legale tra Comune dell’Aquila, Tar e Consiglio di Stato che ha portato, nei fatti, all’assenza di un Comandante per sette anni, scrive:
“Messo alle strette, il sindaco dell’Aquila ha preferito stipulare un’apposita convenzione con il Comune di Ascoli Piceno, guidato da un primo cittadino amico – ed esponente di Fratelli d’Italia – per avere a scavalco a capo dei Vigili Patrizia Celani, comandante della Polizia Locale di Ascoli, che sarà in città una volta a settimana. In una realtà complessa come la nostra, con le criticità quotidiane che si riscontrano, a capo della Polizia Locale avremo, una volta a settimana, il comandante dei Vigili di Ascoli“.
“Ma non è questo il punto – proseguono i dem -. La vera domanda è: come mai Biondi ha così timore di nominare un capo dei Vigili attingendo dal personale inquadrato nei ruoli della Polizia Locale? A cosa è dovuta questa ferma volontà di controllo su una funzione così delicata? Sarebbe interessante avere una risposta chiara“.
“Ora, non è chiaro se la procedura sia pienamente legittima: considerato che Patrizia Celani è stata nominata in via diretta e fiduciaria dal sindaco di Ascoli Piceno, con la procedura prevista dall’art. 110 comma 1 del d.lgs 267/2000 e non attraverso un concorso pubblico, è possibile che le sue funzioni vengano condivise, a scavalco, dal Comune dell’Aquila? Qualche dubbio sorge, se è vero che il rapporto che si crea tra incaricato a contratto ed ente sembrerebbe di tipo esclusivo; stando ad una rilevante giurisprudenza, gli incarichi a contratto hanno una componente fiduciaria, la cui sussistenza escluderebbe la condivisibilità mediante scavalco del fiduciario di un sindaco con un altro sindaco“.
“Intanto, su iniziativa del presidente della Commissione di Garanzia e controllo, Stefano Palumbo, è stato disposto l’invio di una segnalazione alla Corte dei Conti affinché la stessa possa esprimersi sull’eventuale danno erariale generato dall’ostinazione del sindaco a non volere adempiere alle sentenze di TAR e Consiglio di Stato. Sugli altri profili, ci riserviamo ulteriori approfondimenti“, concludono.
“Un ruolo strategico per la sicurezza cittadina ma per un solo giorno a settimana. L’Aquila merita da anni un comandante della polizia municipale anche perché capoluogo di regione, ma soprattutto L’Aquila ha estremo bisogno di un comandante della polizia municipale a tempo pieno, non di una figura che presta servizio in un’altra regione e che sarebbe disponibile in città per un giorno solo a settimana. Il problema della sicurezza a L’Aquila è diventato tale da non poter più essere sottovalutato neanche dal sindaco che, di concerto con Questura e Prefettura, si è visto costretto ad aumentare i controlli in punti della città ritenuti “caldi“.
Così, in una nota, interviene nel merito anche il consigliere di opposizione Paolo Romano.
“Come possono essere mantenuti e garantiti da parte del Comune dell’Aquila anche i soli rapporti con le istituzioni che operano controllo e sicurezza in città se il comandante della polizia municipale presta servizio in altro Comune? – prosegue -. Ascoli Piceno conta 54.000 abitanti, L’Aquila ne registra ben 69.000: l’istituto dello scavalco è davvero una buona idea per questi due comuni?“.
“La dottoressa Celani, inoltre, è stata per anni e sotto ben due sindaci al centro di polemiche, denunce a Procura e Corte dei conti e battaglie politiche poiché pare che non avesse mai sostenuto una selezione pubblica adeguatamente pubblicizzata come disciplinato dall’art.110 del 267/2000. Ombre che non spariscono neanche con la sua nomina in seno all’amministrazione Biondi dove a livello amministrativo potrebbero profilarsi criticità dovute al fatto che l’incarico con il 110 non consentirebbe l’istituto dello scavalco“.
“L’Aquila ha veramente bisogno di altri problemi? Biondi che potrebbe avere un vero comandante a tempo pieno, ha preferito ricorrere a una furberia stipulando una convenzione con Ascoli Piceno per non incappare ulteriormente nelle prescrizioni di Tar e Consiglio di Stato ma di fatto scegliendo di penalizzare L’Aquila, i suoi cittadini e l’intero corpo di Polizia Municipale“, conclude Romano.
“Per l’amministrazione comunale la sicurezza urbana continua a non essere una priorità, dato che il corpo della polizia locale resta pesantemente sotto organico e la questione della nomina del comandante non è stata risolta. Dopo una lunga serie di ricorsi temerari ovvero contra legem e quindi persi in partenza, dopo anni di incertezza e continui cambi di comandante pro-tempore, dopo i costi collettivi derivanti dalla pedestre gestione della sicurezza urbana, dopo mille episodi di cronaca nera, dopo tutto questo la Giunta comunale ha partorito il classico topolino, ha inteso risolvere la questione della sicurezza nominando un comandante ma … part-time”.
Così, ancora, i consiglieri comunali Enrico Verini e Gianni Padovani, che sottolineano come “la nostra città, capoluogo di regione, località centrale e riferimento per una comunità vasta di oltre 100mila persone, con gravi problemi di insicurezza percepita da parte della popolazione e continui eventi di cronaca nera, ebbene L’Aquila non merite, per il governo cittadino, un comandante della polizia locale full-time. L’istituto dello scavalco, utilizzato in questa occasione per condividere lo stesso dirigente di un altro grosso centro come Ascoli Piceno, non deve essere utilizzato in realtà per comuni popolosi e problematici come L’Aquila”.
“L’istituto dello scavalco è di fatto un part-time, adatto a condividere un dirigente tra diversi piccolissimi comuni che non possono singolarmente permettersi la spesa per un comandante a tempo pieno. Un’amministrazione che spende un milione di euro ogni anno soltanto per i palchi della Perdonanza, per non parlare delle immense spese per la “cultura” che nulla lasciano sul territorio, potrebbe e dovrebbe permettersi la nomina di un comandante a tempo pieno! Sono sette anni che l’amministrazione si rifiuta nei fatti di applicare la legge regionale 42 del 2013, nominando prima come comandanti alcuni dirigenti in organico, tutte nomine illegittime, e ricorrendo infine all’originale metodo della condivisione dello stesso dirigente con un altro importante comune, Ascoli Piceno, tra l’altro pure logisticamente lontano dall’Aquila. Davvero singolare, infine, l’attacco diretto del sindaco alla normativa regionale n.42/2013 che obbliga i comuni ad attribuire il ruolo di comandante ‘solo a personale inquadrato nei ruoli della Polizia locale’”.
“Una legge conforme alla normativa nazionale, che vuole volutamente esaltare l’estrema delicatezza di un ruolo specifico come quello del comandante di polizia. Una legge, dimentica il sindaco, che è stata giustamente confermata dal Governo di centrodestra della Regione Abruzzo ed i cui regolamenti di attuazione sono stati emanati nel 2023. Con chi se la prende la Giunta comunale di destra quando attacca una legge regionale che il Governo regionale di destra non ha inteso minimamente modificare?
La verità vera è che la grave problematica della sicurezza urbana all’Aquila non si risolve né polemizzando infantilmente con la legge vigente né pasticciando con la giustizia amministrativa né continuando ad applicare, con l’assurdo istituto dello scavalco, quell’egocentrismo politico supportato dalla “creatività” di pareri tecnici che già tanti disastri hanno prodotto alla nostra città”, aggiungono.
“Ora basta! Basta sperperare denaro pubblico con pseudo-soluzioni che in realtà sono soltanto toppe peggiori del buco! Il Sindaco deve soltanto applicare una legge che già prevede gli strumenti per risolvere la questione e L’Aquila può essere dotata da subito di un Comandante a tempo pieno, senza con questo nulla togliere alla professionalità della dirigente di Ascoli Piceno. Occorre un Comandante applicato esclusivamente alla Città Capoluogo e che affronti finalmente con metodo ed organizzazione l’inquietante e progressivo degrado della vita civile in Città. La sicurezza urbana all’Aquila è diventata questione così urgente, assorbente e dirimente che non è proprio il caso di perdere ancora tempo, e sperperare denari pubblici, con soluzioni temporanee e pezze a colori. E’ il tempo di agire”, concludono.
La nota di ANCUPM: “Grave quanto accaduto, i Comandanti devono essere qualificati e competenti”
“La querelle del Comune de L’Aquila sulla figura del Comandante della Polizia Locale merita alcune considerazioni.
L’associazione nazionale comandanti e ufficiali della polizia municipale (ANCUPM) non può non evidenziare la gravità di quanto accaduto. Il sindaco Biondi ha pervicacemente affermato con fatti e parole di non volere un Comandante della Polizia Locale con le competenze richieste dal profilo ma soprattutto con le qualifiche di ufficiale di polizia giudiziaria, di agente di polizia stradale e di ausiliario di pubblica sicurezza.
La scelta del Sindaco di un profilo meramente amministrativo al vertice del Corpo di Polizia è stata condannata da due pronunciamenti di merito e due di legittimità da parte del Tar Abruzzo e del Consiglio di Stato . Si è arrivati ad una diffida adempiere con conseguente nomina di un commissario ad acta per la scelta del nuovo comandante.
Sul filo di lana il Sindaco afferma che con la scelta effettuata “pone fine ad una serie di lunghi contenziosi” che sono frutto di sue scelte sbagliate.
Non ci esprimiamo sulla legittimità del ricorso alla procedura dello scavalco che è vero risulta legittimata dall’ultimo contratto collettivo anche per i dirigenti ma si tratta di comprendere se tale istituto sia utilizzabile quando la figura da utilizzare non è un dirigente di ruolo ma un dirigente , come il caso della collega Celani , assunto a tempo determinato sulla base di un incarico esclusivamente fiduciario.
Esprimiamo tutta la nostra stima per la professionalità della Comandante Celani alla quale vanno i nostri auguri di buon lavoro anche in considerazione della fatica che dovrà affrontare dovendosi dividere durante la settimana tra due comuni distanti oltre cento chilometri anche in considerazione del fatto che la stessa risulterebbe destinataria anche di incarichi dirigenziali per i servizi Cultura, Turismo, Eventi, Quintana, Teatri e Musei Civici.
Ma a prescindere da tutto questo intendiamo stigmatizzare e affermare tutto il disappunto quando il Sindaco Biondi e l’Assessore affermano che esiste una “necessità di modifica alla legge regionale 42 del 2013, con cui viene regolato proprio il ruolo del Comandante della Polizia municipale, secondo la quale tale incarico può essere attribuito solo a personale inquadrato nei ruoli della polizia locale. Si tratta di una disposizione che limita pesantemente l’autonomia organizzativa dei comuni, contrasta con norme nazionali ed è di difficile applicazione in moltissimi comuni abruzzesi, specialmente quelli più piccoli. Vecchie regole regionali tutelano interessi particolari ma non quelli della collettività”.
Signor Sindaco la norma, in questione fortemente voluta da uomini e donne delle polizie locali abruzzesi, è stata scritta perché si vuole che la Polizia Locale operi in totale autonomia, con un vertice qualificato e competente, che risponde all’autorità giudiziaria per le indagini di ogni tipo, che si interfacci con competenza e cognizione di causa con i Prefetti ed i Questori e che sia in grado di gestire servizi di polizia stradale con alta professionalità.
A noi sta a cuore la sicurezza stradale, la legalità e la pubblica sicurezza nei limiti di cui alla legge 65/86.
Un dirigente amministrativo privo di competenze specifiche risulterebbe “incapace” di coordinare operatori ed ufficiali di polizia locale e non credibile da parte delle autorità di pubblica sicurezza e con lui risulterebbero delegittimati e dequalificati tutti i suoi operatori.
Per noi la polizia locale è una risorsa dei comuni e della collettività, purtroppo per alcuni Sindaci è un problema. Ci dispiace“.