22 Febbraio 2024 - 11:28:27
di Redazione
Andranno avanti con un esposto alla Corte dei conti per avere contezza della capienza dei fondi a disposizione, i sindacati dei medici di medicina generale Fimmg, Smi, Snami e la Cgil che stamattina si sono riuniti insieme a tanti cittadini in un sit-in di protesta sotto la sede della direzione strategica della Asl n°1 Avezzano-Sulmona- L’Aquila in via Saragat.
I sindacati e i cittadini sono scesi di nuovo in piazza per chiedere, come ormai da due anni a questa parte, il reintegro dei medici andati in pensione nei nuclei di cure primarie aquilani, gli studi associati dei medici di medicina generale aperti h12 che rischiano la chiusura a causa delle mancate sostituzioni.
I manifestanti hanno “occupato” nel corso della mattina una stanza della sede della Asl, in attesa di poter avere un incontro con la dirigenza.
Ieri è arrivata la risposta del manager Ferdinando Romano che ha parlato di una mancanza di fondi cui poter attingere per le sostituzioni dei medici e di “diktat” imposti dalla Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac) e dalle Regione.
“Il manager continua a scaricare responsabilità sugli altri – ha detto Francesco Marrelli, segretario provinciale della Cgil – In origine era colpa della Regione, poi è diventata la Sisac che è l’ente regolatore e, oggi, Romano annuncia che non si possono sostituire i medici perché non ci sono i fondi. Peraltro, non più di un anno fa, noi avevamo richiesto di visionare i fondi per capire quale fosse la capienza e come fossero state spese quelle risorse e non ci è mai stato consegnato nulla. Ora esce fuori questo impedimento che deriva dalle risorse. Provvederemo, quindi, a fare un esposto alla Corte dei conti per capire qual è la consistenza del fondo e quante risorse sono state spese. Dall’altra parte continueremo la mobilitazione, fin quando non arriveremo alla sostituzione dei medici in quiescenza. Il manager ha inoltre parlato di una differenza tra vecchi e giovani medici, ma in questo momento sta colpendo proprio i giovani medici perché parliamo di una generazione che rischia di lasciare questa città e di andare a lavorare altrove”.
Sono 4 i nuclei sul territorio comunale, (centro Agorà, palazzo Rotilio, via Aldo Moro, via Avezzano e Torrione) ai quali si aggiungono quelli di Montereale e San Demetrio e sono circa 50 mila gli assistiti.
“Smentiamo categoricamente le dichiarazioni di Romano, perché per il finanziamento dei nuclei si deve attingere non al fondo generale legato all’accordo collettivo nazionale, ma dal fondo speciale che è coperto, anche questo, dall’accordo collettivo nazionale, ma viene assegnato regione per regione per tutto ciò che riguarda le spese legate agli accordi regionali – ha affermato Guido Iapadre, segretario provinciale Smi – Siccome i nuclei sono frutto dell’accordo regionale e non di quello nazionale, esiste un fondo, che c’è sempre stato, ed è quello cui noi chiediamo di continuare ad attingere, dal momento che in realtà la spesa resterebbe invariata, proprio perché si tratta di trasferire quella quota di finanziamento dal medico andato in pensione al medico subentrante. In realtà si vuole tagliare il finanziamento e quindi anche il servizio a una parte di cittadini che a questo punto diventano dei cittadini di serie B rispetto a quelli di serie A che invece continueranno a poter usufruire dei nuclei“.
“Sono uno dei medici di medicina generale che non riesce ad entrare nel nuclei, in particolare in quello in via Aldo Moro – ha precisato Alessia Aromatario, medico della Fimmg provinciale – Un nucleo in cui, a causa degli avvicendamenti che stanno avvenendo, io e altri colleghi siamo rimasti in una situazione di limbo e, con noi, i nostri pazienti. Naturalmente man mano che nel nucleo ci saranno altri pensionamenti, la situazione diventerà sempre più grave. Siamo in attesa di entrare- Alcuni di noi non stanno lavorando, altri invece lavorano, cercando comunque di garantire l’h12. Siamo entrati nel nucleo nel 2022, dopo i pensionamenti, a parità di spesa rispetto ai medici andati in pensione. A dicembre, quando abbiamo chiesto alla Asl una risposta sulla nostra situazione, siamo stati diffidati dal poter lavorare all’interno dei nuclei e ci è stato importo di uscire, pena provvedimenti. Dal 2022 a dicembre questo lasso di tempo siamo rimasti in un limbo. Non siamo pagati e alcuni di noi stanno pagando per poterci stare dentro perché nel nucleo affitto e utenze li pagano i medici”.