17 Aprile 2024 - 09:41:26
di Redazione
Sarà presentata domani,19 aprile alle 10,30, al protocollo della Asl n°1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, la diffida di sindacati e associazioni per il ripristino, entro 90 giorni, degli standard qualitativi e quantitativi dei nuclei di cure primarie.
La diffida avrebbe dovuto essere consegnata alla Asl il 28 marzo scorso, ma i sindacati hanno preferito attendere la giornata di domani per consentire, nel frattempo, ad altre associazioni firmatarie di potersi unire all’azione intrapresa ormai da due anni dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), dal Sindacato dei medici italiani (Smi), dal Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) e dalla Cgil.
Al centro della vertenza il rischio chiusura dei Nuclei, gli studi associati di medici di medicina generale, aperti h12 con personale medico, infermieristico e amministrativo dovuto al mancato reintegro dei medici andati in pensione.
Il primo Nucleo che rischia di chiudere è quello di “Collemaggio 1” che ha visto già 5 pensionamenti e, entro aprile, ne vedrà altri 2.
“La nostra battaglia per sanità territoriale non si ferma. Domani alle 10,30 protocolleremo la diffida alla Asl, nella sede amministrativa in via Saragat – afferma Francesco Marrelli della Cgil – Abbiamo atteso un po’ di più perché, nel frattempo, si sono unite altre associazioni, tra cui l’Associazione nazionale lotta alle discriminazioni (Anlod), e si sono allargate le adesioni alla class action. Abbiamo preferito, appunto, allargare la partecipazione anche di altri soggetti che sono rappresentativi di interessi diffusi. Alle 11, infine, nell’area antistante la sede della Asl terremo una conferenza stampa con i giornalisti”.
A rischio, insieme ai Nuclei, i lavoratori impiegati nel servizio infermieristico e amministrativo, garantito h12 nei Nuclei.
In questi mesi il braccio di ferro tra sindacati e Asl non ha portato a nessun un punto di incontro, tanto da sfociare nell’occupazione per alcuni giorni, da parte dei sindacati, di una stanza al piano terra della sede amministrativa della Asl alla fine di febbraio.
La Asl, nella persona del manager Ferdinando Romano, ha infatti ribadito “l’impossibilità” di reintegrare i medici andati in pensione, parlando di chiari “diktat” imposti dalla Regione e dalla Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac).
I sindacati hanno invece replicato all’azienda spiegando che i reintegri sarebbero possibili, attingendo dal fondo speciale coperto dall’accordo collettivo nazionale.