12 Aprile 2025 - 09:37:12

di Redazione

Il Tar Abruzzo annulla la nomina  di Patrizia Celani  a capo della polizia municipale dell’Aquila nominata nell’agosto dello scorso anno.

Il ricorso accolto era stato presentato dal maggiore Luca Andreozzi.

«Prosegue la telenovela delle nomine sbagliate al vertice della polizia locale del Comune – commentano i consiglieri comunali Gianni Padovani e Enrico Verini – Infatti anche la nomina della Celani, comandante a tempo determinato della pl di Ascoli Piceno e condivisa a scavalco dal Comune dell’Aquila, si è confermata essere un gran pasticcio, come avevamo da tempo avvisato. Inutilmente avevamo invitato il sindaco Biondi, l’assessora Cucchiarella ed il segretario generale Luzzetti a ritirare in autotutela una nomina palesemente illegittima; parole al vento, contro l’arroganza e la supponenza dell’Amministrazione. Ed ancora una volta è stato il TAR a fare giustizia, su ricorso del Magg. Luca Andreozzi».

«Con sentenza pubblicata l’11 aprile 2025 N.182/25 il Tar Abruzzo ha spazzato via sia la nomina della Celani che la sovrastante convenzione stipulata tra L’Aquila ed Ascoli, condannando il nostro Comune al pagamento delle spese di giudizio che si sommano a tutte quelle già pagate per le cause temerarie perse da questa stessa Amministrazione su questo stesso argomento (tanto paghiamo noi). Inutilmente avevamo chiesto più volte al sindaco, all’assessora ed al segretario generale di nominare un comandante semplicemente applicando la legge regionale n. 42/2013 – precisano – Avevamo pure sottolineato come un capoluogo di Regione, con un territorio vasto e complesso, vorrebbe un Comandante full-time, per affrontare con costanza e metodo gli evidenti problemi di ordine pubblico in città. Ebbene il Tar Abruzzo ha seguito la linea di buon senso già tracciata con sentenza n. 6871/24 del Consiglio di Stato, che confermava a sua volta quanto già deciso dal TAR con sentenza n. 532/23, laddove si stabiliva senza equivoci che ‘ventuali vacanze ed assenze del comandante del corpo possono essere superate soltanto mediante applicazione dell’art. 5 della LR n. 42/13 (assegnazione delle funzioni vicarie al vice comandante o, in assenza anche di quest’ultimo, all’ufficiale più anziano del Corpo)’. Se errare è umano, perseverare è diabolico, e l’amministrazione dell’Aquila ha continuato a perseverare nell’errore già censurato da precedenti sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. I giudici ricordano al Comune che la legge è legge, anche se non piace, e va semplicemente applicata e logicamente la sentenza travolge anche la convenzione e la successiva nomina della Celani a comandante a scavalco della polizia locale dell’Aquila».

«Nomine che vengono annullate, ricorda ancora il Tar ai ‘distratti’ vertici comunali, perché sono intrinsecamente illegittime – sottolineano Verini e Padovani citando passi della sentenza – La Celani è estranea ai ruoli della polizia locale, mentre l’appartenenza al corpo è prerequisito essenziale per poter accedere al ruolo di Comandante, una norma non derogabile dalla contrattazione collettiva. Una sconfitta cocente per una Amministrazione che continua a non volere un “normale” Comandante della PL, che continua ad architettare sotterfugi e trucchetti per evadere la normativa e provare pure a conciliare l’inconciliabile, ovvero l’istituto dello scavalco con quello della nomina a contratto ex art.110 del TUEL. Figuraccia a parte, si configura una responsabilità erariale per il Comune dell’Aquila: la omina era chiaramente illegittima ab initio ed inoltre l’applicazione dello scavalco, viziato per eccesso dovuto a sviamento di potere e irregolare applicazione delle regole di assunzione a contratto, comporta responsabilità erariali per coloro che hanno ‘piegato’ alle loro esigenze istituti tra loro inconciliabili. Vogliamo sperare che l’Amministrazione non voglia continuare a perseverare nell’errore, ricorrendo al Consiglio di Stato con la certezza di perdere, quindi spendendo altri denari dei
cittadini e privando ancora la città del comandante».


«La legge vuole un dirigente autonomo al vertice della polizia e non un comandato, e la verità amara è che questa Amministrazione non vuole un Comandante con le competenze richieste dal profilo di legge e con le qualifiche di ufficiale di polizia giudiziaria, di agente di polizia stradale e di ausiliario di pubblica sicurezza – specificano – Un’amministrazione che spende un milione di euro ogni anno soltanto per i palchi estivi, per non parlare delle immense spese per la pseudo-cultura, dove lo staff del Sindaco è elefantiaco sotto ogni profilo, ebbene tra tutte queste enormi spese e superfetazioni di personale di dubbia utilità, non trova spazio lo stipendio di un dirigente esclusivamente applicato alla sicurezza. I cittadini pretendono sicurezza, e questo richiede anche un Comandante che sia presente ogni giorno ed affronti l’inquietante, progressivo, inaccettabile degrado della nostra vita civile».