05 Marzo 2024 - 17:30:04
di Martina Colabianchi
Smi, Snami, Fimmg e Cgil presenteranno una diffida alla Asl 1 in cui si chiede all’azienda di ripristinare, entro 90 giorni, gli standard quantitativi e qualitativi dei Nuclei di cure primarie, da mesi al centro delle proteste di sigle sindacali e cittadini.
È quanto emerso da una conferenza stampa tenuta, questo pomeriggio, da Guido Iapadre (Snami), Vito Albano (Fimmg) e Francesco Marrelli (Cgil) per fare il punto sulla vertenza culminata, qualche settimana fa, nell’occupazione di una stanza della sede della Asl e per replicare, dati alla mano, a quelli forniti dall’azienda che, tramite il suo manager, ha sempre difeso l’operato della stessa.
“La diffida comporterà l’avvio di un procedimento con un’azione collettiva amministrativa, – spiega il segretario provinciale della Cgil Francesco Marrelli – il che vuol dire che noi chiederemo alla Asl di ripristinare, entro 90 giorni, gli standard quantitativi e qualitativi dei Nuclei di cure primarie, cioè di continuare a garantire assistenza alle cittadine e ai cittadini. La diffida è un atto prodromico all’interno di un sistema procedurale che è quello della class action amministrativa“.
L’azione di forza dei sindacati arriva dopo quello che gli stessi hanno definito un “silenzio assordante” non solo dell’azienda sanitaria, ma anche del sindaco e di alcuni candidati alle prossime consultazioni regionali.
Quando le controparti hanno rotto il silenzio lo avrebbero fatto, sempre secondo i presenti, riferendo dati relativi ai medici in servizio all’interno dei Nuclei aggregati in maniera non consona. Infatti, se i dati che il Comune dell’Aquila fornisce per la Asl 1 parlano di 94 medici, 39 di questi sono operativi in altre forme associative diverse e più evolute dei Nuclei di cure primarie. Nelle altre Asl, spiegano i sindacati, nei dati vengono conteggiati solo i medici dei Nuclei strettamente intesi ed ecco perché, allora, L’Aquila risulterebbe maggiormente virtuosa rispetto alle altre province.
Dai dati forniti in corso di conferenza stampa, illustrati da Iapadre, si apprende inoltre che i cittadini serviti dalla Asl dell’Aquila sono 133.591, mentre Teramo arriva a servirne oltre 288.000. Questo rappresenta il problema principale – dice il sindacalista – “perché ogni medico di meno significa 1000 o 1500 assistiti in meno che possono usufruire dei servizi“. La maggiore criticità risiederebbe, infatti, nella mancata sostituzione dei medici a causa della quale il Nucleo di Collemaggio 1 rischierebbe di chiudere a maggio a causa delle eccessive spese da sostenere e la progressiva carenza di operatori sanitari.
Nel corso della conferenza, proprio in merito ai costi e ai presunti “privilegi” dei medici di base chiamati spesso in causa in queste settimane, sono stati forniti anche i reali compensi che, nel caso di un medico con 1500 assistiti, si attesterebbe a 18.468€ a dispetto della somma di 40.000€ sostenuta da più parti. Se poi si resta sull’esempio del Nucleo di Collemaggio, considerando i costi di produzione per medico (ne sono 10), la retribuzione annua per singolo si attesta a 1942€.
“Si è dimostrato che su questo territorio c’era un sistema virtuale che in questo momento rischia di essere compromesso producendo, talaltro, una sperequazione rispetto agli altri territori. In questo territorio vengono, infatti, meno le sostituzioni mentre in altre province di competenza di altre Asl sistematicamente si fanno sostituzioni con giovani medici, che vuol dire che giovani medici continuano a garantire l’assistenza a cittadine e cittadini, cosa che non avviene invece nella Asl 1“, ha concluso con la stampa Marrelli.